Secondo il censimento, il principale vitigno regionale è passato in dieci anni da 16.000 a 17.800 ettari. La sorpresa è il Pecorino: da una manciata di ettari a oltre 600. In calo i Trebbiani
Continuiamo il nostro viaggio all’interno del vigneto e dei vitigni coltivati nelle varie regioni, arrivando in Abruzzo. A caratterizzare la vitivinicoltura abruzzese è la concentrazione produttiva. Concentrazione territoriale, perché con 26 mila ettari vitati la provincia di Chieti detiene oltre l’80% della corrispondente superficie regionale, e concentrazione varietale, perché ben il 55% di questa stessa superficie regionale è impiantato con Montepulciano.
Ma iniziamo per gradi. Il vigneto abruzzese è costituito per il 63% da uve nere e per il 36% da uve bianche. Nel Teatino in particolare la quota delle nere, seppure preponderante, è più contenuta, pari al 60%, mentre nel Teramano è del 74% e in provincia di Pescara raggiunge il 78%.
* L’uva di altro colore include Pinot grigio e le varietà rosate, secondo la classificazione del Registro nazionale delle varietà di vite
Come anticipato, a voler stilare la lista dei principali vitigni in Abruzzo si fa presto. Con 17.840 ettari il Montepulciano copre da solo oltre la metà, il 56%, delle superfici vitate regionali, e il Trebbiano toscano, con 5.820 ettari, un ulteriore 18%. Se poi si aggiungono anche i 3.040 ettari di Trebbiano abruzzese, con le tre principali varietà impiantate si arriva a rappresentare l’83% delle superfici regionali. Le altre raggiungono estensioni non paragonabili, ma il loro elenco è comunque interessante, perché dà l’idea della direzione in cui tende a diversificarsi la vitivinicoltura abruzzese. In quarta posizione si attesta lo Chardonnay, con 780 ettari, seguito da Sangiovese (730 ettari) e Pecorino (630 ettari). Distanziata è l’autoctona Cococciola (240 ettari), ma sul territorio regionale sono da annoverare anche 280 ettari equamente ripartiti tra Regina e Regina dei vigneti.
Dal confronto con i dati del Censimento del 2000, che però seguiva una metodologia di rilevazione diversa, risulterebbe un aumento delle superfici di Montepulciano (nel 2000 non arrivavano a 16 mila ettari) e Pecorino (all’epoca era stata censita una ventina di ettari). In flessione, invece, quelle attribuibili a Trebbiano toscano (nel 2000 6.730 ettari) e Trebbiano abruzzese (4.510 ettari), ma anche, e soprattutto, a Regina e Regina dei vigneti (che insieme superavano i mille ettari).
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Censimento Istat. Sui numeri in distribuzione al Simei, un’ampia rassegna delle varietà coltivate in tutte le regioni d’Italia, con il dettaglio provinciale e la segmentazione Dop-comuni e per colore
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