Secondo IBISWorld quest’anno si registrerà un minimo storico. I giovani sotto i 30 anni veicolano questa discesa, perché più attenti alle tematiche della salute.
Un recente report di IbisWorld indica che quest’anno (2016-17), a fronte di un marginale aumento del consumo totale di alcolici, registrato negli ultimi cinque anni e frutto dell’incremento demografico, il consumo pro capite raggiungerà in Australia la quota più bassa mai registrata.
Se, infatti, il pro capite registrato nel 2009-10 è stato di circa 10,53 litri – volume espresso in alcol puro – quello atteso per l’anno in corso è di solo 9,37 litri/ab (-0,8% sull’anno precedente), a dire che in sette anni si sono persi circa 1,16 litri.
In futuro inoltre questo trend discendente dovrebbe persistere, fino a raggiungere nel 2023-24 il volume di 8,54 litri di alcol puro per abitante.
Andrew Ledovskikh, analista di IBISWorld, ha a questo proposito dichiarato che il calo dei consumi è stato recentemente veicolato da iniziative governative volte ad accrescere tra i consumatori l’attenzione a tematiche quali il legame tra salute e consumo di alcolici (citiamo le parole di Ledovskikh attraverso le pagine web di una delle più importanti riviste australiane del settore agricolo, il Weekly Times).
Sarebbero inoltre i consumatori di età inferiore ai 30 anni i maggiori responsabili di questa diminuzione dei consumi, proprio perché più attenti al benessere fisico.
Vino e birra artigianale sono tuttavia le categorie minor colpite da questa coscienza salutistica, soprattutto perché il loro consumo è legato ad aspetti del vivere sociale e alla ricerca di qualità e piacevolezza.
Inoltre il settore vino sta beneficiando in questi anni della crescita delle esportazioni ed è dunque meno sottoposto ai malanni del mercato locale.
FEB
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