Una ricerca di IRI evidenzia comportamenti comuni tra gli appartenenti a diverse fasce d'età. La preferenza a bere a casa piuttosto che fuori e quella della qualità sul prezzo tra i principali fattori riscontrati
Diverse indagini di mercato hanno indagato, negli ultimi anni, l’interesse per le bevande alcoliche suddividendo i consumatori per generazione d’appartenenza. Queste ricerche hanno, e hanno avuto tradizionalmente, lo scopo di evidenziare quali siano le opportunità di sviluppo di mercato al crescere o meno della popolarità di un prodotto tra gli appartenenti a un determinato gruppo generazionale. Così, ad esempio, se tra i Millennials benestanti del Regno Unito cresce l’interesse per il vino (è quanto rilevato da una ricerca di Wine Intelligence delle scorsa primavera, noi ne avevamo parlato qui) è bene che gli operatori del settore indirizzino i loro sforzi nel promuovere questa bevanda con campagne mirate agli appartenenti a questa generazione, utilizzando leve e linguaggi “targhettizzati” in questo senso.
Allo stesso scopo di fornire strumenti di promozione efficaci, IRI ha indagato quali caratteristiche di consumo trans-generazionali fossero evidenti nel mercato degli alcolici statunitense.
Il risultato in questo senso di una ricerca che comunque allo stesso tempo evidenzia le diverse attitudini per generazione d’appartenenza è interessante.
Sebbene, infatti, come già ampiamente dimostrato, le preferenze di consumo siano differenti tra le diverse generazioni, allo stesso tempo esistono fattori che accomunano consumatori anziani e giovani, come la disposizione a concedersi con regolarità un bicchiere di vino, birra o superalcolico, sia a casa che fuori casa.
Oggi i consumatori americani di tutte le età bevono con regolarità sia a casa che nei bar e nei ristoranti. Più in particolare tra il 66% e il 76% dei consumatori (si noti che qui e oltre la forbice delle percentuali è frutto di una suddivisone degli intervistati per generazione d’appartenenza) ha dichiarato a IRI di consumare alcolici a casa almeno una volta alla settimana, mentre le percentuali di dichiarato consumo abituale fuori casa sono molto più basse, tra il 23% e il 26% .
Tra i partecipanti al sondaggio, appartenenti alla generazione dei Millennials, alla Generation Xers e a quella dei Baby Boomers, che hanno dichiarato di recarsi più di una volta alla settimana ad acquistare bevande alcoliche, il 40% ha ammesso di non sapere con esattezza quale prodotto andranno acquistare al momento dell’uscita per lo shopping, mentre tra il 60% di coloro già convinti dell’acquisto a venire ben il 21% finisce per cambiare idea una volta giunto all’interno del negozio; addirittura la metà di questi ultimi sceglie poi alla fine una marca diversa da quella precedentemente prevista (e ciò suggerisce anche l’importanza della disposizione a scaffale dei prodotti all’interno dei negozi e il fatto che proprio in questa direzione produttori e venditori dovrebbero lavorare insieme).
Altro fattore che accomuna i consumatori di tutte le età è la preferenza per qualità e gusto rispetto al prezzo, con un 50% degli intervistati che considera i prodotti premium (vino, birra o superalcolici) un lusso accessibile. In particolare, il gusto è fattore più importante del prezzo per una percentuale tra i consumatori intervistati che va dal 73% all’80%.
I consumatori di tutte le generazioni, inoltre, si dichiarano in buona parte alla ricerca di prodotti meno calorici (lighter).
FEB
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