L’ufficializzazione del no alle quote fisse sui vini importati è questione di giorni. Intanto le importazioni di vino italiano nel primo semestre rallentano bruscamente
Il Departamento de Defensa Comercial de Brasil (DECOM) molto probabilmente respingerà la richiesta dall’industria del vino brasiliana di imporre per legge quote fisse per i vini importati.
All’approvazione della cosiddetta legge di salvaguardia si è opposta nei mesi scorsi l’associazione di categoria Vinos de Chile con il supporto del Ministero degli Affari Esteri cileno, oltre alle associazioni di categoria dei principali paesi europei, capitanate dal Ceev.
Secondo la stampa cilena, il provvedimento influenzerebbe la concorrenza in ambito internazionale e penalizzerebbe fortemente le spedizioni dal Cile che nel mercato brasiliano del vino conta per il 32% in valore e per il 36% in volume. Il Brasile nel 2011 è stato il quarto mercato dell’export di vino cileno.
Fonti non ufficiali interne al Decom hanno dichiarato che gli argomenti presentati dai cileni sono stati valutati come validi e mancherebbe solo una firma al rigetto della richiesta della misura. La comunicazione ufficiale sulla decisione verrà comunque data nei prossimi giorni.
Intanto sul fronte importazioni le cose per i vini italiani non stanno andando benissimo: nel primo semestre le quantità di vino in bottiglia sono calade del 14%, per un 10% in meno sul fronte monetario. Continuano a crescere i cileni (oltre il 20% di aumento), mentre gli argentini vedono aumentare solo i fatturati. Bene la Francia e ancor meglio gli spagnoli.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Ministero del commercio estero brasiliano
FEB
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