Se Bordeaux archivia il terzo anno consecutivo di perdite, gli altri francesi stanno andando alla grande, Languedoc in primis. Ma anche gli spagnoli nel 2014 hanno infilato il turbo
In un precedente articolo (vedi) avevamo parlato dell’export 2014 di Bordeaux definendolo anno nero. E guardando il grafico qui sotto si può ben capire di chi è la responsabilità del tracollo, ovvero Cina e Hong Kong. Una crisi che è cominciata nel 2012 e che ha riportato le lancette indietro di quasi cinque anni.
Ma se in riva alla Gironda si leccano le ferite, ci sono altri in Francia che non hanno smesso di fare buoni affari in Cina. Come i vini della Languedoc-Roussillon, arrivati nel 2014 alla cifra record di 28 milioni di euro di export, equivalenti a una crescita misurata come Cagr % del 61% nel periodo 2008/14.
Anche i vini di Borgogna, dopo un appannamento nel 2013, l’anno scorso hanno ripreso a crescere, arrivando anch’essi al record delle esportazioni in Cina: 17 milioni di euro e una crescita cumulata del 39%. Percorso analogo per i vini del Rodano, con appannamento nel 2013 e ripresa nel 2014, anche se sotto i livelli del 2013, anno record. Anche per il Rodano la crescita 2008/14 è straordinariamente positiva, pari a +59%.
Crescite cumulate sopra al 20% anche per le Aop minori, come Loira, Beaujolais, Alsazia, anche se quest’ultima nel 2014 ha perso un po’ di valore.
E chi viaggia bene in Cina, anche se con prezzi da entry level (sotto i 2 euro al litro), è la Spagna. Nel 2014 toccato il record dei 72 milioni di euro per 380.000 ettolitri di prodotto, con crescite dal 2008 del 48% e del 42% rispettivamente a valore e volume.
Ultima nota riguarda il nostro Paese. La domanda se stia in qualche modo approfittando degli spazi lasciati vuoti da Bordeaux per ora ha una risposta negativa, almeno a giudicare dai numeri con cui l’Italia si sta avviando a chiudere l’anno in Cina. Qui il resoconto del nostro export a novembre (leggi) e qui il consuntivo import cinese del 2014 (leggi).
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