Così il voto della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo sulla Pac. De Castro: un grande risultato, nonostante l'incaponimento di Ciolos
“Sui diritti d’impianto, abbiamo dato un messaggio forte e chiaro: il sistema deve essere mantenuto così come oggi fino al 2030”. A dirlo è Paolo De Castro, europarlamentare e presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, che il 24 gennaio ha completato l’iter di approvazione delle modifiche alla riforma della Politica agricola comune post 2014. Dossier all’interno del quale era contenuta anche la questione della liberalizzazione dei diritti, introdotta dalla riforma Ocm del 2008. “Su questo punto, il messaggio che il Parlamento europeo ha dato è chiaro – dice De Castro – il sistema deve rimanere quello odierno, anzi, nell’emendamento presentato dall’onorevole viene Michel Dantin e approvato in Commissione viene addirittura prorogato al 2030”.
Ma il commissario Ciolos aveva appena presentato al Consiglio dei ministri dell’Agricoltura i risultati del Gruppo d’alto livello, che invece era basato su un sistema di autorizzazioni.
Guardi, noi non abbiamo apprezzato sin dall’inizio il lavoro del Gruppo alto livello: se le regole odierne funzionano, non costano, perché cambiarle?
Quali sono i prossimi step della riforma?
Dopo il voto in plenaria al Parlamento, il cui esito è previsto per marzo, si andrà alla discussione in Consiglio dei ministri. Lì verificheremo se sarà necessario porre degli aggiustamenti, ma se come ritengo la nostra proposta passerà il vaglio della plenaria del Parlamento e avrà l’approvazione del Consiglio dei 27, sarà tempo che il commissario se ne faccia una ragione.
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