Le principali modifiche riguardano la revisione della base ampelografica prevista per la produzione delle tipologie rosso e bianco, eliminando la presenza obbligatoria di un solo vitigno prevalente. Inserite nuove tipologie varietali e la qualifica Riserva
A cinque anni dal riconoscimento della Doc Maremma Toscana (2011), i produttori hanno avvertito l’esigenza di rivedere le norme che regolano e disciplinano la produzione dei vini di questa denominazione, ottenuta nell’intero territorio della provincia di Grosseto, adeguandole alle richieste del mercato e colmando alcune lacune esistenti.
“Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana è nato due anni fa con l’obiettivo, tra gli altri, di tutelare e salvaguardare la Doc Maremma Toscana, intervenendo, se necessario, anche sulle regole che ne disciplinano la produzione. Siamo soddisfatti di aver concluso positivamente e in modo così celere la prima parte di questo importante percorso, che porterà la Doc a un disciplinare di produzione più adeguato alle esigenze del mercato e del territorio”, dichiara Edoardo Donato, presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.
Le principali modifiche riguardano la revisione della base ampelografica prevista per la produzione delle tipologie Rosso e Bianco, eliminando la presenza obbligatoria di un solo vitigno prevalente (Sangiovese, per almeno il 40% nel caso del Rosso, Vermentino e/o Trebbiano toscano, nel caso del Bianco) e consentendone la produzione con la presenza, da sole o congiuntamente, delle prime cinque varietà a bacca rossa e bianca più coltivate sul territorio, per un minimo del 60%. Verranno ammesse e inserite nuove tipologie varietali e, in particolare, Cabernet Franc e Petit Verdot, molto diffuse in Maremma con superfici intorno ai 170 ettari, e Pugnitello, un vitigno autoctono del territorio, reperito nel 1978 in un vecchio vigneto vicino a Cinigiano e oggetto di sempre maggiore interesse da parte dei viticoltori maremmani.
Viene inoltre consentita la possibilità di presentare i vini della Doc Maremma Toscana con l’indicazione in etichetta di due varietà, inserendo quelle che comunemente si chiamano tipologie “bivarietali”, una novità assoluta fra le Dop Toscane (ad oggi, infatti, i bivarietali sono consentiti, in Toscana, esclusivamente per i vini Igt). Sarà introdotta la tipologia rosato per il vino spumante e per alcuni vini varietali da uve a bacca rossa (Alicante, Ciliegiolo, Sangiovese, Merlot e Syrah) e la menzione tradizionale “Governo all’uso toscano”, che sarà utilizzabile solo per il vino rosso e per la tipologia varietale Sangiovese.
Altro elemento di caratterizzazione dei vini della Doc sarà rappresentato dall’inserimento della qualifica Riserva, ma solo per il tipo rosso e bianco con la previsione, nel primo caso, di un invecchiamento obbligatorio di due anni di cui almeno sei mesi in botti di legno, mentre nel secondo di un affinamento minimo di un anno.
Una delle modifiche probabilmente più rilevanti per la tutela della qualità e della reputazione dei vini della Denominazione è la previsione della restrizione dell’imbottigliamento alla sola zona di produzione e alle aree limitrofe. Questo renderà possibile, fatte salve le deroghe che comunque la norma nazionale e comunitaria pone a salvaguardia dei diritti acquisiti, l’imbottigliamento nella provincia di Grosseto e in alcune province della Regione Toscana, consentendo di garantire l’origine dei vini e assicurare l’efficacia dei controlli. Modifiche minori, infine, riguardano l’inserimento di un limite temporale per l’immissione al consumo dei vini rossi della Doc (non prima del 1° marzo dell’anno successivo alla vendemmia) e la limitazione d’uso di alcuni recipienti per il confezionamento dei vini.
Il prossimo passo sarà l’istruzione della domanda da inoltrare agli uffici regionali e al Ministero delle politiche agricole. Le nuove regole saranno applicabili, con molta probabilità, a partire dalla vendemmia 2017.
“Prosegue l’attività del Consorzio a supporto della DOC Maremma Toscana con un intervento, in questo caso, che tende ad incidere sulle regole produttive e commerciali della Denominazione in modo da renderla sempre più appetibile sul mercato senza perdere di vista, tuttavia, l’importanza della sua tutela e salvaguardia” – dichiara Luca Pollini, Direttore del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.
Il Consorzio conta 349 aziende – di cui 64 con produzione “verticale” – e un totale di 4 milioni di bottiglie prodotte e opera nell’intera provincia di Grosseto, una vasta area nel sud della Toscana che si estende dalle pendici del Monte Amiata e raggiunge la costa maremmana e l’Argentario fino all’Isola del Giglio. La Doc dispone di una zona di produzione di quasi 8.600 ettari di vigneto, dei quali 1.630 sono stati utilizzati per produrre i vini della denominazione durante la vendemmia 2015. I dati riferiti ai vini imbottigliati con la Doc Maremma Toscana nei primi 6 mesi del 2016 fanno segnare un’ulteriore crescita dei quantitativi, attestandosi a circa 21.700 ettolitri contro i 32.260 dell’intero 2015. Obiettivo del Consorzio è quello di unire e valorizzare le diversità del territorio della Maremma, esaltandone tutta la complessità, non solo enologica, ma anche turistica, agricola, storica e culturale.
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