Il Dipartimento per l’agricoltura degli Stati Uniti ha rilasciato un report con le previsioni vendemmiali per Argentina, Nuova Zelanda, Australia e Sud Adrica. Crescono i raccolti ma calano i prezzi e i ricavi per i produttori
Il Dipartimento americano per l’agricoltura ha nei giorni scorsi rilasciato un report con le previsioni vendemmiali per Argentina, Nuova Zelanda, Australia e Sud Africa. In generale sono attesi buoni raccolti, anche se si prevede che buona parte del vendemmiato sarà destinata alla produzione di vino sfuso e ciò porterà ad una diminuzione dei ricavi per agricoltori e produttori.
Per l’Argentina è previsto un raccolto in crescita sul 2012, anno che fu caratterizzato da grandine e gelate tardive. Previsto un raccolto vicino ai 2,66 milioni di tonnellate (nel 2012 furono 2,24 t) e una produzione di vino in crescita del 20%. Le vendite in questo Paese potrebbero crescere del 10% nel 2013 e nel 2014. L’export di vino in cisterna è oggi in crescita (+64% nel 2012) ma quello di imbottigliato in calo (-6%), così che il prezzo medio pagato all’origine per un litro di vino è diminuito da $2.75 a $2.46. Secondo Andrea Yankelevich, autrice della parte del report concernente l’Argentina, le maggiori sfide per i vitivinicoltori sono l’aumento dell’inflazione e la crescita dei costi di produzione, fattori che con la diminuzione del prezzo fanno perdere competitività alle cantine argentine. Il Malbec è il principe dei prodotti di questa terra, vale il 45% delle esportazioni d’imbottigliato, tuttavia grazie alle richieste dalla Cina guadagnano importanza anche Cabernet sauvignon e altre miscele varietali.
L’U.S. Department of Agriculture prevede che la vendemmia in Australia porterà nelle cantine 1,6 milioni di tonnellate d’uva per una produzione stimata in 11,6 milioni di ettolitri con rendimenti in calo rispetto alla stagione precedente. Nel 2012 l’export argentino di vino ha raggiunto 7,34 milioni di ettolitri, in crescita, mentre il consumo interno 4,66 milioni di ettolitri, in diminuzione.
In Nuova Zelanda la vendemmia 2013 dovrebbe ammontare a 315mila tonnellate, +17% sul 2012 (quando si erano raggiunte 269mila tonnellate), grazie a un anno caratterizzato da una combinazione di poca pioggia, giornate calde e notti fresche. Secondo David Lee-Jones, che ha curato i dati relativi a questa regione, la crescita di produzione non porterà sbilanciamento tra offerta e domanda di vino. Il 2012 era stato caratterizzato da una scarsa raccolta e ora le scorte sono notevolmente diminuite. In generale si prevede per il prossimo anno una diminuzione delle esportazioni di vino neozelandese, soprattutto a causa della poca disponibilità di sfuso.
Sud Africa: l’USDA prevede una lieve diminuzione della produzione dagli 1,39 milioni di tonnellate del 2012 agli ora attese 1,38 milioni. Il raccolto 2013 sarà comunque tra i tre migliori del decennio. La debolezza del rand (la moneta sudafricana) stimola le esportazioni, ma alla crescita delle spedizioni oltre frontiera si accompagna un abbassamento significativo del prezzo del vino esportato: nel 2012 14,31 rand per litro (1,59 dollari) dopo che nel 2010 aveva raggiunto il picco di 17,24 rand (sull’andamento dei prezzi medi e più in generale sull’export sudafricano 2012 si veda quanto pubblicato qui nei giorni scorsi). Nella relazione si nota inoltre che la tendenza di crescita in volume delle esportazioni sudafricane continuerà in futuro, ma aumenteranno anche i costi per l’imbottigliamento così da rendere meno competitivi a livello internazionale i vini sudafricani in bottiglia.
La relazione del dipartimento dell’agricoltura americano non ha dati sul Cile, questi sono ancora in fase di elaborazione.
FEB
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