Dopo un ottobre rosso l’undicesimo mese dell’anno cerca un riscatto, le spedizioni all’estero crescono, ma di poco, in volume e valore. Boom di import dagli Stati Uniti, mentre il Regno Unito è sempre in controtendenza sull’andamento generale. Per fortuna c’è anche lo sfuso
A piccoli passi, l’export dell’imbottigliato cileno ha ripreso a camminar e nel mese di novembre 2012. Dopo un ottobre rosso (ne abbiamo parlato qui) nell’undicesimo mese dell’anno le spedizioni all’estero delle bottiglie del Cile hanno segnato un incremento del 1,5% in valore e del 2,5% in volume; sono stati fatturati 147 milioni di dollari per un totale di 5,1 milioni di casse, vendute a un prezzo medio di 28,8 dollari.
Si conferma tuttavia l’andamento lento, o meglio la calma piatta, sul lungo periodo: positivo tra gennaio e novembre il trend in valore, un piccolo +0,1%, con il prezzo medio per cassa cresciuto del 0,4%, ma negativo, 0,3% in volume. A conti fatti, tra gennaio e novembre, le spedizioni hanno raggiunto 45 milioni di bottiglie per un totale di 1,305 miliardi di dollari.
Poco cambia se si aggiunge un mese alle statistiche: nell’anno a novembre l’imbottigliato di Santiago cresce del 0,4% in valore (1,416 miliardi di dollari), con un aumento del prezzo medio per cassa dello 0,9% (per 29,1$ a cassa), e un calo in volume dello 0,5%, per un totale di 49 milioni di casse inviate all’estero.
Guardando ai mercati di destinazione dell’imbottigliato scopriamo che il Regno Unito riconferma la sua controtendenza sull’andamento generale: in ottobre quando le spedizioni erano in calo del 3,2% in valore e del 5,1% in volume, l’UK faceva registrare una crescita delle importazioni dal Cile del 9,5% in valore e del 3,2% in volume, a novembre invece, con la tendenza generale in crescita (nei limiti sopra spiegati), il regno di Elisabetta II compera meno dal Cile sia in valore (-13,4%) sia in volume (15,6%), per un totale di 23 milioni di dollari e un milione circa di casse importate. Poco influisce novembre sull’anno, il calo è del 6,5% in valore e dell’8,3% in volume; il prezzo medio è cresciuto invece del 2%.
Meglio a novembre gli Stati Uniti che, dopo mesi di ribasso, fanno segnare un rialzo: + 23% in valore e +26% in volume, raggiungendo 21 milioni di dollari e 718 mila casse. Il calo di lungo periodo è invece confermato per entrambi gli indicatori: tra gennaio e novembre si registra un -8,5% nel fatturato e un -10% nel volume con un prezzo medio sostanzialmente stabile, +1% per una media di 29,5$ a cassa.
Le spedizioni verso il Brasile crescono a novembre del 8% in valore e del 17% in volume ma il prezzo medio cala del 7,7%. Nella crescita dell’undicesimo mese dell’anno conta, con ogni probabilità, la diminuzione delle scorte nei magazzini che erano stati riccamente riempiti, nei mesi scorsi, quando si paventava l’introduzione della poi scartata legge salvaguardia. Il cumulato annuale verso il paese dell’“Ordem e Progresso” è il terzo in ordine di importanza per l’export dell’imbottigliato cileno. Si tratta di una crescita del 5% in valore e del 10,4% in volume con un prezzo medio attestato per l’anno a 27,5$ per cassa, in calo del 4,9%.
Diversi e più confortanti per i produttori i dati per lo sfuso. A novembre questa categoria ha fatto registrare una crescita in valore del 50% e in volume del 74%, segnando un calo del 13,7% per quel che concerne il prezzo medio, attestato a 0,9$ per litro.La cisterna è buona anche sul lungo periodo, la crescita delle spedizioni in dodici mesi è stata del 47,3% in valore e del 37% in volume, per un totale di 278 milioni di dollari e 2,530 milioni di ettolitri.
FEB
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