Chiuso l'anno con 21 milioni di ettolitri (-9%), per un valore salito del 7%, a 4,7 miliardi di euro. Spumanti +14%, frizzanti +3%, bottiglia +6%, sfusi +12%
Bilancio più che lusinghiero per le esportazioni italiane di vino nel 2012. A fronte di una generale contrazione a volumi, -9% (non dimentichiamo che si sta parlando di vini per la maggior parte provenienti dalla scarsa vendemmia 2011), i valori – trainati da prezzi medi in crescita del 17% – si sono arrampicati fino alla soglia dei 4,7 miliardi di euro, guadagnando un +7% annuo.
A livello di singoli comparti, si conferma l’anno estremamente positivo per la spumantistica (+14%), trainata dalle categorie Dop (dove si conteggia il Prosecco, +27%) e Igp (+33%), che controbilanciano l’anno negativo dell’Asti, che chiude in calo dell’8%, comunque migliorando nel finale le performance molto più negative che lo avevano accompagnato da inizio 2012.
Nel segmento confezionato, in salute i vini frizzanti, in particolare quelli a Dop, +11% (anche qui gioca il Prosecco), mentre calano del 5% gli Igp. Tra i vini fermi, Dop in rialzo del 5%, merito dei rossi (+7% contro lo 0.5% dei bianchi), mentre per le Igp i ruoli si invertono: meglio i bianchi dei rossi (+12% contro +2%). No comment sui varietali, categoria inutilizzata per tutta una serie di motivazioni che abbiamo ampiamente spiegato negli ultimi anni, mentre i vini comuni, oltre a performance di crescita sui valori (addirittura +26%), fanno bene anche sulla parte volume, incassando ordini in aumento del 16%.
Sugli sfusi, il bilancio è ampiamente in passivo sui volumi, causa anche qui vendemmia 2011 ai minimi, con relativo aumento dei prezzi medi, schizzati all’insù del 41%, a 65 centesimi al litro. Le crescite più significative sul segmento comuni, tutti sopra i 50 centesimi.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Istat. Le tabelle sono ripubblicabili previa citazione della fonte e rimando all’articolo con link diretto
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