Non solo i vini francesi ma anche quelli italiani, australiani e portoghesi potrebbero rivelarsi un buon investimento in un mercato sensibile alle condizioni climatiche
Il mercato degli investimenti nel “fine wine” vale circa 4 miliardi di dollari l’anno ed è dominato dai vini francesci. Una ricerca dell’University of East Anglia ha analizzato i possibili benefici derivanti dalla diversificazione degli investimenti in altri paesi e su diverse tipologie di vino. I risultati dello studio, pubblicato a fine maggio sull’International Review of Financial Analysis, suggeriscono che diversificare, puntando anche su i vini italiani, australiani e portoghesi, e quindi non solo sulle diverse varietà francesi, potrebbe essere vantaggioso e ridurre il rischio complessivo dell’investimento. Ciò dipende dal fatto che il prezzo dei vini di pregio è sensibile alle variazioni climatiche a livello geografico. L’analisi, effettuata sulla fluttuazione dei mercati vinicoli internazionali, ha evidenziato infatti che le perdite di valore tendono a essere raggruppate geograficamente e ciò significa che se un vino di una certa regione perde valore ciò si ripercuote anche sugli altri vini dello stesso territorio.
FEB
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