Si riaccendono gli animi sulla scorta del mancato coinvolgimento nell'organizzazione della partecipazione al prossimo Vinitaly. Il presidente del Consorzio, Mauro De Angelis, scrive all'assessore regionale all'Agricoltura, Sonia Ricci
Si riaccendono gli animi nel Lazio sulla scorta del mancato coinvolgimento del Consorzio Frascati da parte della Regione nell’organizzazione della partecipazione al prossimo Vinitaly. Riceviamo e pubblichiamo la nota del presidente del Consorzio, Mauro De Angelis, inviata all’assessore regionale all’Agricoltura, Sonia Ricci, e per conoscenza al presidente della Regione, Nicola Zingaretti.
Caro Assessore,
Purtroppo, cambiano i direttori d’orchestra ma la musica è la stessa.
Anche quest’anno per il Vinitaly siamo fuori tempo massimo, il Consorzio che rappresento, forse parteciperà ospitato da altra Regione, deciderà in merito il nostro Consiglio di Amministrazione, le nostre trentadue aziende associate si regoleranno come credono e sarà quel che sarà.
Rimane l’amarezza di una Regione davvero sorda alle nostre istanze.
Nel mese di novembre, a Frascati, noi e il Comune con l’encomiabile sensibilità del Sindaco Stefano Di Tommaso, (ne è stato gradito ospite e testimone il Presidente Zingaretti), abbiamo realizzato un evento di tre giorni che, non temo smentite, è stato il momento più alto sotto tutti i punti di vista che i vini Laziali abbiano avuto negli ultimi venti anni, il cui costo totale sostenuto dal Consorzio è stato pari a euro quattromila.
Le aziende partecipanti sono state soddisfatte, il riscontro di pubblico è stato importante, come notevole il successo mediatico, qualora occorresse, potrei inviarLe la rassegna stampa relativa.
Quanto sarebbe costato tutto questo, per esempio, ad Arsial?
Ora, ciò che starete preparando per il Vinitaly, che inizia domani, con chi, con quali idee, con quali costi, francamente e lealmente, Le dico, ci interessa sempre meno.
Lei sa che ci siamo parlati e detti cose che evidentemente reputa superflue, noi ne prendiamo atto, ma da gente che produce, ci rimbocchiamo le maniche e andiamo avanti.
In merito a ciò le rinvio nuovamente il documento ministeriale che ci ha appena riconosciuto nuovi importanti compiti, sono certo se ne rallegrerà.
Purtroppo, ai Consigli di Amministrazione di Federdoc, cui partecipo, sento colleghi di tutta Italia che hanno con i propri politici rapporti stretti e collaborativi, ma a noi questa fortuna non è concessa.
Mi consenta di affermare che qui, non si tratta di un problema economico, bensì di un pervicace insistere in atteggiamenti francamente stantii e insopportabili da parte della nostra filiera.
Queste nostre critiche vogliono comunque essere un contributo.
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