La produzione aumenta negli anni, non esistono giacenze, si esporta il 70% e ci sono alte marginalità. Ma di questo vino si parla poco, forse per un difetto di comunicazione che è tempo di correggere
Del Gavi, stranamente, si parla poco. Eppure la sua produzione è in crescita anno su anno e siamo oramai vicini al 12 milioni di bottiglie senza problemi di rimanenze. Nemmeno il minimo problema per l’export, che si attesta su un solido 70%. Nessun problema di longevità: è un vino che sfida il tempo. Ideale anche per la spumantizzazione e buona infine, spesso ottima, la marginalità. Nello speciale Focus Territori del Corriere Vinicolo n° 25, il nuovo presidente del Consorzio, Gian Piero Broglia e un gruppo di produttori analizzano la situazione.
L’impressione generale è che esista un difetto di comunicazione da parte dei produttori e del Consorzio. Prima di tutto, forse, il Piemonte è identificato troppo con i vini rossi ma il Gavi è una realtà importante, che da lavoro a molta gente ed è uno dei vini più rappresentativi della regione, una vera e propria bandiera del Made in Italy. “Non c’è alcun dubbio – dice ad esempio Broglia – che sia necessario voltar pagina sul tema della comunicazione e per farlo sarà indispensabile chiedere un contributo a tutti i produttori per finanziare una campagna di promozione che durerà tutto il tempo del mandato. Oggi- continua- la funzione del Consorzio è di vendere un servizio agli associati, che però, a loro volta devono poter vedere che la loro quota non è una spesa ma un’opportunità. Devono trovare insomma più vantaggi nell’essere associati al Consorzio che restandone fuori”.
L’articolo completo sul Corriere Vinicolo n° 25, 25/giugno/2012
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