Nel complesso dal 5,2% di dicembre si è passati al 4,9, riportando la lancetta dei prezzi del comparto enologico indietro di 6 mesi. Accelera però la dinamica tendenziale degli spumanti, con i prezzi di gennaio che segnano un più 3% tondo, dal 2,9% dicembre
Il rischio deflazione resta concreto, a giudizio di diversi analisti. Ma l’evidenza statistica, con la prima rilevazione del 2014, sembra ancora fugare il pericolo di una variazione negativa dei prezzi. Il caro-vita a gennaio ha confermato il +0,7% di novembre e dicembre. E l’inflazione cosiddetta “di fondo”, al netto cioè delle componenti più volatili, rappresentate da alimentari freschi e beni energetici, si è portata all’1%, dallo 0,9% di dicembre.
Se poi si guarda ai prodotti a più alta frequenza di acquisto, la crescita annua dei prezzi dallo 0,7% misurato dall’inflazione generale sale all’1,2%. A distanza di un mese il “carrello della spesa”, che include appunto il l’insieme dei prodotti più gettonati dalle famiglie, è rincarato dello 0,4%, marciando a un tasso doppio rispetto a quello dell’indice generale (+0,2%).
Altro elemento di novità è il ruolo disinflattivo assunto a gennaio dal reparto degli alcolici. In questo sottoinsime, interessato da una dinamica dei prezzi piuttosto accelerata nell’ultimo anno, la rilevazione dell’Istat segnala a gennaio 2014 una frenata al +3,7%, dal 3,8% di dicembre.
Uno stop sul quale ha avuto un ruolo decisivo la decelerazione dei prezzi al consumo dei vini dal +5,2% dello scorso dicembre al 4,9% di gennaio. Anche le birre hanno contribuito a rallentare la corsa degli alcolici, frenando al più 1,3% tendenziale, dall’1,6% di dicembre, mentre gli spirits si sono mossi in controtendenza, accelerando al +2,5%, dal 2,4%.
Sul reparto enologico un effetto dirompente l’ha avuto il segmento dei vini da tavola, che resta il più inflattivo, ma che per la prima volta dal marzo dell’anno scorso si è riportato sotto il più 8%. I prezzi, rispetto al gennaio 2013, hanno frenato al +7,9%, dall’8,6% tendenziale di dicembre. E questo senza considerare l’effetto-promozioni e la scontistica ormai ampiamente diffusa nella Gdo, dal momento che le rilevazioni dell’Istat basate sull’indice Nic (intera collettività nazionale) non includono nel computo dell’inflazione questi elementi.
Per i vini di qualità la crescita annua dei prezzi è rimasta al più 3,4%. Accelera invece la dinamica tendenziale degli spumanti, con i prezzi di gennaio che segnano un più 3% tondo, dal 2,9% dicembre.
Da segnalare che la frenata al 4,9% dei vini nel complesso ha riportato indietro di sei mesi la lancetta dei prezzi del comparto enologico. Il 7,9% dei comuni rappresenta invece la dinamica più moderata da dieci mesi a questa parte.
p.f.
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