La denuncia arriva dal ceo del Beer Institute: sono parte in causa le tariffe sull’alluminio. Pubblicato il nuovo report sull’impatto economico del comparto: 328 miliardi di dollari all’economia statunitense (è l’1,6% del PIL)
Oggi negli Stati Uniti il comparto della birra impiega ben 2,19 milioni di persone, dall’agricoltura alla distribuzione, passando naturalmente per produzione e confezionamento,
per un totale di circa 100 miliardi di dollari tra retribuzioni e benefit; 58,6 miliardi di dollari in tasse e un impatto complessivo di 328,4 miliardi di dollari sull’economia nazionale (il settore birra vale ben l’1,6% del prodotto interno lordo statunitense).
Quelli pubblicati nella più recente edizione dell’analisi biennale di settore, Beer Serves American economic report, preparata da Beer Institute e National Beer Wholesalers Association (NBWA) e pubblicata a fine maggio, sono dunque numeri importanti, che trovano però un amaro condizionamento nell’attuale politica economica del governo statunitense.
Come dichiarato a The Drinks Business da Jim McGreevy, ceo del sopracitato Beer Institute, in due anni il numero delle persone impiegate nel settore è calato di ben 40.000 unità, anche a causa della politica daziaria di Donald Trump. In particolare i dazi sulle importazioni di acciaio (25%) e alluminio (10%), necessario per la produzione delle lattine, in vigore dallo scorso 1 giugno 2018, avrebbero già avuto un effetto significativo sull’impiego nel settore del confezionamento, da cui dipendono circa 436,650 posti di lavoro.
FEB
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