Secondo Impact Databank le spedizioni verso gli Stati Uniti si sono incrementate del 19% lo scorso anno e del 55% in tre anni; crescita a doppia cifra confermata da Nielsen per i primi mesi del 2015
Ottimi risultati per il vino neozelandese nel mercato statunitense. Lo dicono i dati Nielsen che per i primi mesi del 2015 indicano una crescita a doppia cifra sia in volume che in valore, e quelli di Impact Databank relativi alle importazioni di vino in Usa dalla Nuova Zelanda dell’anno 2014. L’ufficio statistico della M. Shanken Communications parla, infatti, di un incremento del 19,3% fino a 5.67 milioni di casse da nove litri per lo scorso anno, crescita che nel lungo periodo – tre anni – arriva a +55%.
A suggellare queste performance il riconoscimento Impact “Hot Brand” assegnato dallo stesso editore (quello della rivista Wine Spectator, per intenderci) a cinque etichette neozelandesi (Kim Crawford, Oyster Bay, Nobilo, Starborough and Matua Valley), sempre nel 2014, vendute tutte nel settore al dettaglio a un prezzo superiore ai 10 dollari per bottiglia.
Il più importante marchio neozelandese presente sul mercato USA è oggi ancora Kim Crewford di Constellation Brand, questo vale più di mezzo milione di casse ogni anno dal 2008 ad oggi, e ha raggiunto nel 2014 un volume di ben 815mila casse, +19% sull’anno precedente. La stessa etichetta è venduta al dettaglio a un prezzo che va dai 17 ai 33 dollari a bottiglia; si tratta soprattutto di Sauvignon Blanc e di Pinot Noir, ma buone performance stanno dimostrando anche l’Unoaked Chardonnay ed il Pinot Grigio.
Più 19% anche per il marchio super premium Oyster Bay, vendute lo scorso anno in USA 650mila casse.
FEB
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