-5,4% in volume e leggera crescita nel fatturato, +1,7%, ma tra le principali quattro destinazioni che rappresentano il 67% del fatturato cresce in volume solo il Canada
Complici i tassi di cambio e la politica commerciale del Paese, nei primi sei mesi del 2012, l’export dell’imbottigliato argentino ha avuto una flessione del 5,4% per un totale di 546.000 casse in meno; grazie a un prezzo medio di 36,27 dollari americani per ogni cassa da nove litri al calo in volume si accompagna una lieve crescita nel fatturato del 1,7%.
L’imbottigliato rimane tuttavia il primo prodotto per volume e fatturato dell’Argentina secondo i dati comunicati a Wine of Argentina da Caucasia Wine Thinking.
A parere degli osservatori è preoccupante che, tra i quattro principali paesi di spedizione, Stati Uniti, Canada, Brasile, UK e Paesi Bassi, i quali rappresentano insieme il 67,2% del fatturato totale dell’export dell’imbottigliato argentino, solo il Canada sia cresciuto in volume mentre per gli altri tre la crescita è stata solo in valore.
Negli Stati Uniti ad esempio nel primo semestre di quest’anno la caduta in volume è stata del 7,9% mentre la crescita del fatturato del 1,7%. Cresce qui anche il prezzo medio per cassa da 9 litri, un buon +10,5% passando da 32,36 a 35,12 dollari.
La restante fetta di spedizioni di vino in bottiglia, che tuttavia come abbiamo visto non è la più importante per fatturato in termini percentuali, ha visto una crescita nei paesi latino americani di Messico, Colombia, Perú, Venezuela, Panama, Cile ed Ecuador e in quelli asiatici di Cina, Giappone Hong Kong e Corea del Sud. In Europa, dove i mercati non favoriscono in vini argentini, si sono distinte Russia e Irlanda.
Guardando alle varietà, il Malbec conferma il suo importantissimo ruolo nell’export di vino argentino in bottiglia portando il 48,8% del fatturato totale e facendo registrare una crescita del prezzo medio per cassa del 6,3%, ma perdendo il 9,5% in volume e il 3,8% in valore.
FEB
Devi essere connesso per inviare un commento.