Totale a 21 milioni di dollari (-10%), per un volume sceso a 3,5 milioni di litri (-7%). Vola solo l'Australia, l'Italia viaggia bene sui vini sopra 2 litri e sfusi
E’ un mercato piccolo e se andrà avanti con questi ritmi contiuerà a esserlo. L’India, per i vini di importazione, vale poco meno di 31 milioni di dollari tra imbottigliato, spumante e sfuso, per un volume di 3,5 milioni di litri, in calo nel 2014/15 del 7% rispetto all’anno passato. I valori hanno fatto ancora peggio, scendendo del 10%, con il solo segmento bottiglia a registrare l’unica nota positiva: +3% a valore, +46% a volume. La crescita a volume la si è però pagata cara, con un taglio dei prezzi del 30%, a 4,42 dollari di media (da notare che un litro di sfuso è stato pagato 23 centesimi in più in media…).
Gli unici a performare decentemente sul mercato sono stati gli australiani, cresciuti del 65% a valore, ma ancor più a volume: 568 milioni di litri contro 157 dell’anno prima (+263%), performance pagata a caro prezzo sul lato dei listini, scesi da 8 a 3,70 dollari al litro.
Male l’anno della Francia, mentre l’Italia, quarto fornitore dietro gli inglesi, fa -15% a valore per una debole crescita a volume: +7%, con prezzi medi a 4,20 dollari per litro (1 dollaro in meno in un anno). Per l’Italia l’India vale 740.000 dollari, per un volume di 177 milioni di litri, un’inezia.
Molto più redditizio per il nostro Paese il commercio di vini sopra 2 litri e sfusi: nel 2014/15 importati 318 milioni di litri (+10%), per un valore salito del 5% a 1,5 milioni di dollari, a un prezzo medio di 4,70 dollari per litro (stabile). L’Italia è secondo fornitore, dietro la Francia, in un segmento che vale complessivamente 8 milioni di dollari (39% del totale), per un volume di 1,7 milioni di litri, ovvero la metà del totale mercato.
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