Un grande "laboratorio collettivo" organizzato dal Consorzio per individuare strategie e strumenti per valorizzare il “grande bianco piemontese” e tramite questo vino, soluzioni e idee per valorizzare tutta la “Buona Italia”
di Giancarlo Montaldo
“Alla base di un prodotto c’è sempre un territorio che lo caratterizza e lo accompagna nel suo sviluppo. Di più è per un vino, che per essere grande ha bisogno di un territorio speciale.” Così ha esordito Gian Piero Broglia, presidente del Consorzio del Gavi nel dare il via, sabato 30 agosto, all’iniziativa intitolata “La Buona Italia” e dedicata alla ricerca di strategie e strumenti per valorizzare il “grande bianco piemontese”.
Una realtà, quella del Gavi, che conta su 1.500 ettari di vigneto collinare e una produzione annuale di circa 13 milioni di bottiglie, vendute bene e presto, l’80% all’estero e il 20% in Italia.
Il potenziamento del mercato e dell’immagine del Gavi tra i consumatori italiani è stato l’obiettivo dichiarato del Consorzio nel promuovere questa iniziativa e radunare a Gavi, una mattina di fine agosto, molte intelligenze e personalità per cercare, tramite questo vino, soluzioni e idee per valorizzare tutta la “Buona Italia”.
“Il fine assoluto – ha ribadito ancora il presidente Broglia – è quello di incrementare sempre di più il valore aggiunto – in questo caso – della bottiglia di Gavi per trasferire più risorse a chi lavora le vigne e produce le uve e a chi le vinifica e le trasforma in vino.”
Un gruppo variegato di protagonisti
Ma chi sono coloro che hanno accettato la sfida e hanno partecipato a questo “laboratorio” collettivo, mettendo a disposizione sensibilità e intuizioni per dare un contributo di sviluppo al Gavi e a tutta la “Buona Italia”?
Tra i presenti ricordiamo il presidente e il direttore del Consorzio Tutela del Gavi Gian Piero Broglia e Francesco Bergaglio; il critico d’arte Philippe Daverio; il direttore artistico di Expo 2015 Davide Rampello; il vicepresidente di Piemonte Land of Perfection Andrea Ferrero; il direttore di Federculture Claudio Bocci; la co-autrice di Italian Factor Barbara Santoro; il direttore generale dellUPA Giovanna Maggioni; gli imprenditori Fabio Berti Riboli (Golf Club Colline del Gavi) e Vittorio Invernizzi (Terme di Lurisia); i top manager Maria Sebregondi (Moleskine) e Daniela Bricola (Serravalle Designer Outlet / McArthurGlen); i giornalisti e critici enogastronomici Federico Quaranta (Decanter) e Paolo Massobrio (Golosaria); lo chef bi-stellato Marco Sacco; il direttore della European Museum Academy Foundation Massimo Negri; l’agronomo Davide Ferrarese; il past-president del Cosmit/Salone del Mobile Carlo Guglielmi; il docente e ricercatore Luigi Pagliantini; l’architetto urbanista Massimo Zucconi.
Hanno inoltre partecipato con videointerventi l’ambasciatore di Expo 2015 per le Belle Arti della Regione Lombardia Vittorio Sgarbi, l’imprenditore della comunicazione Gaddo Della Gheardesca, il presidente della Camera di Commercio Britannica in Italia John Law, la direttrice dell’Ente di Promozione dei Vini della Borgogna Françoise Roure. Il coordinamento di questo “traffico così complesso” è stato affidato alla giornalista Roberta Schira.
I risultati concreti del confronto
Una mattinata di parole, immagini, ricordi, confronti ha prodotto una vasta serie di proposte e stimoli per la valorizzazione del Gavi e della Buona Italia. Tutto è stato poi sintetizzato nelle cosiddette “7 Regole per la Buona Italia”.
- La Filiera della Bellezza: è l’Italia nel suo complesso e nelle sue specificità: territorio, arte, cultura, agricoltura e turismo. Amare questa Italia e i suoi caratteri vuol dire valorizzarla e renderla universale.
- La Cultura della Terra e lo Sviluppo Economico: la Cultura produce economia, ma dev’essere ben integrata con il territorio e valorizzarlo.
- La Comune Visione: lavorare insieme, fare sistema, a 360°, rende tutti parte attiva di un disegno strategico.
- La sinergia tra Pubblico e Privato: istituzioni e imprese devono trovare il modo corretto per collaborare, nel rispetto di competenze e ruoli. Ma lo possono fare a vantaggio di tutti.
- Muoversi nel Mondo: se un produttore vuole vendere e valorizzare il suo prodotto deve viaggiare per il mondo. Per dirla con un simpatico detto toscano, “andar si becca, star si secca.”
- Il colore della Comunicazione: il vino e i prodotti enogastronomici possono contare su una comunicazione viva e colorata, perché hanno in sé e nel proprio mondo gli elementi che permettono narrazione, coinvolgimento ed emozione.
- Unione Italia: è giusto valorizzare i prodotti dei singoli territori, ma in una strategia nazionale: la Buona Italia è vincente nel mondo se cammina unita.
Per dare un senso compiuto all’iniziativa, è stato anche sperimentato il connubio tra le parole e i colori. Su una grande tela dov’erano tracciati i lineamenti del forte di Gavi, l’artista Arianna Ruffinengo ha trasformato ciò che progressivamente veniva detto in un’opera figurativa.
In sostanza, ha tradotto la mole possente del forte di Gavi nella “fortezza dei pensieri e dei contenuti”.
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