Secondo una ricerca francese entro cinque anni è possibile oltrepassare il milione di ettari, non sarebbe tuttavia l’amore per il vino a favorire lo sviluppo della viticoltura, quanto ragioni politiche e sociali
Nei prossimi cinque anni la Cina potrebbe duplicare la produzione di vino. Lo suggerisce una ricerca condotta da Centro nazionale di ricerca scientifica francese (Centre national de la recherche scientifique – CNRS). Secondo quanto detto dall’antropologo Boris Petric, infatti, presto il Parse della Grande Muraglia avrà la più grande superficie vitata del mondo e ciò le consentirebbe appunto di superare in questo gli altri Paesi produttori di vino. I dati OIV indicano che nel 2012 la superficie vitata cinese era di 570mila ettari, se questa raddoppiasse supererebbe quella della Spagna che oggi conta quasi un milione di ettari a vite.
Lo stesso antropologo ritiene che l’espansione della vite e la propensione del governo in questa direzione non nasca dall’amore per il vino, quanto più da ragioni diverse: la volontà di aiutare lo sviluppo delle campagne e la politica anti alcolismo che tende a favorire i consumi di vino piuttosto che quelli del tradizionale superalcolico bàijiù.
Inoltre l’impianto di viti, consolidando i terreni, aiuterebbe a limitare la formazione di tempeste di sabbia nelle città delle regioni esposte alla desirtificazione.
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