Nei primi sei mesi dell’anno la fatturazione verso l’estero dell’imbottigliato cileno è cresciuta del 7%. La fascia di prezzo con il maggior incremento nelle vendite è quella del vino ceduto a più di 40 dollari per cassa
I primi sei mesi del 2014 hanno visto crescere il valore dell’export cileno di vino in bottiglia del 7%, grazie soprattutto al maggior commercio di vino di qualità, quello venduto a più di 30 dollari per cassa da nove litri; l’incremento delle vendite di fine wine ha portato a una crescita del prezzo medio dell’imbottigliato che ha raggiunto 30,24 dollari per cassa.
Gli invii all’estero dei vini di fascia di prezzo superiore ai 40 dollari per cassa sono cresciuti del 12% in valore e del 14% in volume; positivo anche il trend della fascia di prezzo tra i 30 e i 40 dollari per cassa: +10% sia in volume che in valore; calo del 17% invece, e per entrambi gli indicatori, per la fascia bassa (meno di 20 dollari per cassa).
Osservando il fatturato per fascia di prezzo si scopre che oggi il Cile sta esportando in misura maggiore proprio vini di fascia medio alta: il valore dell’export dei primi sei mesi della fascia oltre i 30 dollari/cassa supera i 375 milioni di dollari, mentre quello della fascia sotto i 30 dollari/cassa non è andato oltre 331 milioni di dollari.
Il valore delle esportazioni è cresciuto in sei mesi in tutti i principali mercati, tranne che per il più importante in assoluto, il Regno Unito (-4%) e per gli Stati Uniti (-11%). Il fatturato verso la Cina invece è cresciuto del 39%, quello verso il Brasile del 25% e quello verso il Giappone del 21%.
FEB
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