Nel 2017 risultati positivi nel fatturato (+6.5%) e nelle esportazioni (+7,7%) per le società vinicole più forti. Crescono anche investimenti (+26,7%) e occupazione (+1,8%)
Area Studi Mediobanca ha presentato oggi, 12 aprile 2018, la sua indagine annuale sul settore vinicolo italiano, studio redatta allo scopo di tracciare le tendenze gestionali e patrimoniali delle principali società vinicole italiane.
Vi sono analizzati i volumi aggregati del periodo 2012-2016; questi sono integrati con le previsioni delle imprese circa i dati pre-consuntivi 2017 e circa le vendite dell’anno in corso, per le quali trapela ottimismo (lo studio, suddiviso in due parti, è scaricabile qui in forma integrale).
La prima sezione dell’indagine riguarda le performance delle 155 aziende vinicole italiane con fatturato superiore a 25 milioni di euro. I cinque player più forti del settore sono oggi: gruppo Cantine Riunite-GIV (€ 594 mln, +5,1% sul 2016), Caviro (€ 315 mln, +3,9%) e Antinori (€ 221 mln, +0,4% sul 2016), Zonin (€ 201 mln, +4,2% ) e Fratelli Martini (€ 194 mln, +13,3%).
Ben sette società hanno fatto segnare un incremento dei ricavi superiore al 10%. Si tratta di La Marca (+30,7%), Farnese (+28%), Ruffino (+15,5%), Enoitalia (+14,5%), Contri (+14,1%), Fratelli Martini (+13,3%) e Mezzacorona (+13,1%).
Nel complesso l’indagine suggerisce una significativa crescita (+6.5%) del fatturato delle società vinicole italiane, grazie ad un incremento delle vendite domestiche (+5.2%), e soprattutto ai buoni risultati delle esportazioni. Le spedizioni oltre confine si sono incrementate in generale de 7,7%, con picchi del 21,2% per quelle verso i mercati asiatici e del 20% per quelle verso il sud America. Si tenga presente a questo proposito che l’estero rappresenta un’importantissima quota nel fatturato per diverse delle aziende italiane più forti (96% per Botter, 93,3% per Ruffino, 89,9% per F.lli Martini, 85,4% per Mondodelvino, 85,1% per Zonin, 82,7% per La Marca e per Schenk entrambe, 81,9% per Farnese e 80% per la cooperativa Cavit 80%.
Mediobanca riscontra inoltre una crescita degli investimenti (+26,7%) e dell’occupazione del settore vino italiano (+1,8%).
Nella seconda sezione dell’indagine sono analizzate le performance dei 15 principali produttori internazionali quotati. I dati aggregati del loro fatturato indicano una crescita del 5,8%, e incidenze dei margini industriali sulle vendite in rialzo: margine operativo lordo al 26,1% (13,4% le italiane) e margine operativo netto al 22,6% (9,9% le italiane), sebbene sia stato registrato un calo del 2,9%. dell’occupazione.
Infine, Mediobanca suggerisce che investire nel vino quotato continua a essere un ottimo affare. La capitalizzazione dei titoli che compongono l’indice mondiale di Borsa del vino è, infatti, cresciuta del 12.2% tra marzo 2017 e marzo 2018. Crescita che risulta ancora più consistente quando si allarga l’orizzonte temporale: da gennaio 2001 l’indice di Borsa mondiale del settore vinicolo in versione total return (comprensivo quindi dei dividendi distribuiti) è cresciuto del 719,6%, al disopra delle Borse mondiali (+148%). A oggi esistono solo due società vinicole italiane quotate in borsa; si tratta di Italian Wine Brands e Masi Agricola.
In allegato la classifica delle principali aziende per fatturato.
FEB
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