L’Oiv propone per il Sistema Armonizzato due nuove sottovoci che identifichino in modo più chiaro i vini in bag in box, distinguendoli da quelli commercializzati in contenitori di capacità superiore ai 10 litri
La crescita considerevole che ha interessato negli ultimi anni il mercato mondiale de vino sfuso rende necessaria, ai fini statistici, una maggior chiarezza nell’identificazione dei vini commercializzati in contenitori di capacità superiore ai 2 litri. E’ necessario poter identificare in modo non equivoco il vero e proprio sfuso dal vino commercializzato in bag-in-box
Questa la tesi dell’OIV che, in occasione della 44ª riunione della Sottocommissione per la revisione del Sistema Armonizzato, tenutasi a Bruxelles a inizio dicembre, ha proposto di emendare la sottovoce 2204.29 del Sistema Armonizzato di designazione e di codificazione delle merci, la quale a oggi identifica il vino in contenitori con una capacità superiore ai 2 litri.
Secondo quanto dichiarato da Federico Castellucci, Direttore Generale dell’OIV, vi è appunto la “necessità di identificare il vino propriamente sfuso da quello proposto ai consumatori in contenitori con capacità di due litri o superiore, i cosidetti ‘bag-in-box’ o simili, al fine di ottenere statistiche affidabili sui mercati interni e nel commercio estero”
La sottovoce 2204.29 del Sistema Armonizzato dovrebbe dunque essere emendata per indicare, in futuro, il volume dei contenitori superiori ai 10 litri (ora contempla i contenitori superiori a 2 litri); inoltre dovrebbero essere create due nuove sottovoci, una per identificare i contenitori dai 2 a 5 litri e l’altra per quelli dai 5 ai 10 litri.
Parere favorevole alla modifica è stato espresso dalla maggioranza dei delegati dell’Organizzazione Mondiale delle Dogane, i quali hanno considerato la proposta “valida” riservando di rimandare la decisione al prossimo incontro della Sottocommissione.
FEB
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