Secondo un sondaggio la metà dei consumatori UK e un terzo di quelli statunitensi è favorevole a una tassa sulle confezioni. Intanto le grandi aziende del beverage muovono verso un uso maggiore di rPet
L’impatto sull’ambiente dei rifiuti in plastica è sempre più sentito tra i consumatori. In particolare negli ultimi tempi l’attenzione di molti è stata scossa da quanto la stampa ha raccontato in merito alla Great Pacific Garbage Patch, la zona di accumulo di rifiuti galleggianti nell’Oceano Pacifico, che secondo uno studio pubblicato a marzo sulla rivista Scientific Report si estenderebbe per circa 1,6 milioni di kilometri quadrati.
Ingredient Communication, società londinese di consulenza per il settore alimentare, ha recentemente condotto un sondaggio su questo tema, chiedendo a mille consumatori (cinquecento residenti in UK e cinquecento residenti negli Stati Uniti) se fossero favorevoli ad una tassa sulle confezioni in plastica. Ben il 52% degli inglesi ha risposto positivamente, come il 33% degli statunitensi.
Da parte loro anche diverse grandi aziende stanno cercando una via efficace per contenere questo problema. Berverage Daily ha riportato nei giorni scorsi la notizia che PepsiCo ha in programma triplicare entro il 2025 l’uso di bottiglie in PET riciclato (rPet) per il confezionamento delle bevande destinate al mercato dell’Unione Europea, passando dal 13% di utilizzo di questo materiale al 45% entro il 2025.
Simile il traguardo cui punta la diretta concorrente Coca Cola, che si è impegnata a raddoppiare entro il 2020 l’uso di rPet nella produzione destinata al mercato UK, passando dal 25% al 50%. Evian, marchio di acqua minerale di proprietà del gruppo Danone, intende invece utilizzare solo bottiglie di rPet per i suo prodotti entro il 2025.
FEB
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