Ad aprile per il vino confermato il dato del mese precedente. In deflazione il segmento vini comuni (-0,3%), mentre frenano anche gli unici che stavano correndo, gli spumanti: da +1,7 a +1,4%
Lo scenario in Italia resta deflattivo ad aprile. Ma l’evoluzione dei listini del greggio, in risalita sui mercati internazionali, potrebbe riportare prima dell’estate la lancetta di prezzi sopra la linea dello zero.
Le attese di una graduale ripresa del caro-vita incorporano anche la previsione di una lenta ma costante ascesa dei consumi interni. Con la deflazione che appare ormai superata nell’Eurozona, dove i prezzi retail, secondo l’Eurostat, hanno sperimentato ad aprile una crescita zero.
In Italia, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale, calcolato dall’Istat, ha confermato su base annua una diminuzione dello 0,1%, analoga a quella di marzo. La variazione è stata però positiva dello 0,2% a distanza di un mese, seppure in un contesto influenzato da fattori stagionali legati alle festività pasquali.
Quanto ai vini, la dinamica tendenziale resta ancorata, ad aprile, allo 0,5%. La metà di quella alimentare, attestata all’1%, con punte del 6,5% per gli ortaggi e del 2,8% per oli e grassi. Nel reparto enologico resta in deflazione, per il terzo mese di fila, il segmento dei vini da tavola che in 12 mesi ha ceduto lo 0,3%. Rincari solo frazionali (+0,6%) per i vini di qualità (il confronto è sempre con aprile 2014), mentre gli spumanti hanno frenato al +1,4%, dall’1,7% di marzo.
Da rilevare che, nonostante l’effetto-Pasqua, i prezzi dei vini hanno limitato a un più 0,1% l’aumento mensile. Per spumanti e comuni la dinamica a 30 giorni è risultata addirittura negativa, del meno 0,1% in entrambi i casi, mentre le etichette di qualità hanno spuntato in media un rincaro di 3 decimi di punto rispetto a marzo.
Per gli alcolici nel complesso le rilevazioni di aprile segnalano, anno su anno, una lieve accelerazione dei prezzi al consumo, con un più 0,8% (la variazione tendenziale era al +0,7% a marzo). L’elemento inflattivo è associato essenzialmente alle birre, rincarate dello 0,2% in un mese e dell’1,3% su base annua, il tasso più sostento da febbraio 2014, mentre gli spirits confermano una dinamica tendenziale all’1,6%.
Tornando al dato generale, l’inflazione negativa per il quarto mese consecutivo è ascrivibile al persistere dell’ampia diminuzione dei prezzi dei beni energetici associata ai cali tendenziali dei servizi relativi ai trasporti e all’abitazione. Prezzi ancora freddi (+0,4%) per abbigliamento e calzature, mentre accelerano allo 0,9% (dal +0,8% di marzo) i servizi ricettivi e di ristorazione. p.f.
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