I produttori della Crimea chiedono misure protezionistiche al Cremlino. Intanto il ministro dell’Agricoltura della Federazione Russa cita il vino tra i possibili prodotti oggetto delle prorogate contro-sanzioni all’Unione Europea
Secondo quanto si legge nella newsletter sui mercati della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) di Russia24, quindicinale a cura di Banca Intesa San Paolo in collaborazione con Il Sole 24 ORE, il vino europeo potrebbe essere presto colpito da un embargo da parte della Russia.
In particolare sarebbero i vitivinicoltori della Crimea, attraverso l’associazione di categoria “Bureau dell’uva e del vino”, a fare pressioni di carattere protezionistico sul Cremlino, perché introduca il divieto d’importazione nella Federazione Russa di vino prodotto nell’Unione Europea.
Il Presidente della stessa associazione, Janina Pavlenko, avrebbe in proposito dichiarato: “Un clima competitivo presuppone sempre che vi sia un’ampia scelta. È già passato un anno da quando i paesi dell’Unione Europea hanno avviato le proprie sanzioni non solo contro determinati settori dell’economia, ma anche nei confronti di produttori di vino concreti presenti in Crimea: “Massandra”, “Magarach” e “Novyj svet”. Riteniamo che si tratti di una concorrenza sleale. Ci hanno letteralmente eliminato dai mercati europei, e per di più in modo abbastanza selettivo”.
Prorogate di sei mesi le sanzioni dell’Unione Europea contro la Russia per il ruolo di quest’ultima nel conteso della crisi ucraina e della successiva annessione della Crimea, il presidente Vladimir Putin ha firmato, lo scorso 24 giugno, un decreto sull’estensione a un anno delle contro-sanzioni della Federazione Russa. La proroga di Putin sarà in atto a partire dal prossimo 6 agosto.
Nella lista delle merci oggetto dell’embargo potrebbero ora entrare, come recentemente dichiarato dal Ministro dell’Agricoltura della Federazione Russa, Aleksandr Tkachev, i dolci, il pesce in scatola ed anche il vino.
FEB
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