Scoperto per la prima volta nel 2015, il Virus del Pinot Grigio non avrebbe ancora infettato i vigneti di altre contee californiane. Portainnesti già infetti potrebbero essere stati il primo vettore dell’infezione
Nell’autunno del 2015 la Foundation Plant Services (FPS) della UCDAVIS – Università della California annunciò che per la prima volta era stata riscontrata la presenza del Virus del Pinot Grigio (GPGV) in alcuni vigneti della Napa Valley (noi ne avevamo parlato qui).
L’indagine che aveva portato a questo risultato era stata effettuata dal laboratorio d’analisi Agri-Analysis di Devis.
In seguito a ciò l’American Vineyard Foundation (AVF) ha stanziato circa 120mila dollari per nuove ricerche, da effettuarsi nell’anno fiscale 2016-17 in tutta la California.
Secondo i primi risultati delle ricerche 2016 (di cui diamo notizia attraverso Wines&Vines), effettuati da Maher Al Rwahnih Ph.D (ricercatore del FPS), i vigneti presi in esame delle contee di Sonoma, San Luis Obispo, Monterey, Santa Cruz, San Benito, Santa Barbara, Fresno, Madera, Merced e San Joaquin sarebbero ancora liberi da infezioni di GPGV, mentre il virus sarebbe stato di nuovo riscontrato in Napa Valley, in particolare in campioni di Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Malbec, Merlot, Petit Verdot, il Pinot Nero, Zinfandel, Viognier, Sauvignon Musque e sul portainnesto 1616C.
In particolare in un vigneto impiantato nel 2014, il virus sarebbe stato identificato nel 100% dei portainnesti messi a dimora. Ciò suggerisce la presenza dell’infezione a monte dell’impianto e quindi negli stessi portainnesti. Le analisi 2016 suggeriscono inoltre che il titolo dell’infezione è maggiore nella prima parte della stagione, cioè nei mesi di maggio e giugno, mentre diminuisce nei mesi successivi: i campioni per le analisi dovrebbero dunque essere raccolti nei primi mesi primaverili.
FEB
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