Parte dei 45 ettari acquistati saranno a giorni convertiti in vigneto secondo metodiche e tecniche di produzione in grado di rispettare al meglio l'impatto sulle risorse ambientali. Il progetto prevede anche il restauro del casale per la realizzazione di uno spazio dedicato all’accoglienza e le camere per l’ospitalità
L’azienda della famiglia Begnoni, con sede a Pedemonte e 24 ettari di vigneto nella Valpolicella Classica, acquista 45 ettari nel comune di Grezzana, in località Briago, a 350-400 metri di altitudine, in una zona storicamente vocata alla produzione di vini rossi importanti. Santa Sofia, che ora esporta in 60 paesi nel mondo e che vede registrato nei primi 6 mesi di quest’anno un fatturato in crescita costante nei quantitativi venduti di Ripasso, Montegradella e Amarone, con un +18% e un complessivo in valore di +21%, ha deciso di investire fuori dalla zona classica, “abbiamo realizzato un sogno che mio padre ed io avevamo condiviso con mia sorella prima della sua prematura scomparsa” racconta Luciano Begnoni direttore commerciale di Santa Sofia, e figlio di Giancarlo, titolare ed enologo dell’azienda.
Parte dei 45 ettari acquistati saranno a giorni convertiti in vigneto secondo metodiche e tecniche di produzione in grado di rispettare al meglio l’impatto sulle risorse ambientali.
“Per entrare a regime a Briago ci vorranno sei o sette mesi, quindi si andrà alla prossima campagna vitivinicola, la produzione sarà a regime entro tre anni. Verranno adottate tecniche che rispettino l’ambiente, e siamo assolutamente convinti di procedere sulla strada della viticoltura sostenibile, con la lotta integrata, ricorrendo ai trattamenti solo dopo aver lavorato manualmente in vigna in modo da prevenire le malattie e usare la chimica solo nei termini meno invasivi possibile” dichiara Luciano Begnoni, che continua “A seconda della disposizione del terreno si focalizzerà la vocazionalità, una scelta indispensabile per determinare le migliori scelte per la messa a dimora del vigneto. Solo quando tutti i singoli elementi dell’ecosistema vigneto risultano complementari e in equilibrio, infatti, si ottiene il miglior risultato quali-quantitativo della vite.”
Il progetto prevede anche il restauro del casale per la realizzazione di uno spazio dedicato all’accoglienza e le camere per l’ospitalità.
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