La normativa nazionale consente di misurare i vigneti comprendendo anche le aree di servizio, come strade e capezzagne. In regione invece sono state registrate solo le superfici effettivamente vitate e produttive. In vista un lavoro straordinario per riallineare schedario alfa-numerico e riscontri grafici fatti da Agea. Termine ultimo maggio 2013
Dal 1° ottobre scorso i conduttori toscani di vigneti possono procedere alla risoluzione di eventuali situazioni di disallineamento tra lo schedario viticolo e il Gis emerse in seguito all’ultimo rilevamento fotografico realizzato da Agea. Tutto questo in seguito alla delibera della Giunta regionale numero 689 dell’agosto scorso che prende appunto il nome di “Piano operativo per l’allineamento tra le superfici registrate a vigneto nello schedario viticolo e la superficie dei poligoni grafici dei vigneti presenti nel Gis”. Come è noto, l’Unione europea ha chiesto ai Paesi membri un completo uso del suolo, e in questo naturalmente rientrano anche i vigneti. Il Governo quindi nel dicembre del 2010 aveva approvato una norma che obbliga tutte le Regioni ad allineare il proprio schedario alfanumerico con le foto aeree ottenute dai periodici voli aerei fotointerpretati da Agea (vengono fatti ogni tre anni).
La Toscana si è trovata in una situazione un po’ anomala rispetto alla maggior parte delle altre Regioni, e quindi il lavoro che i conduttori insieme alle Province si trovano adesso a fare è abbastanza complesso. Per cercare di fare chiarezza ci siamo rivolti alla dottoressa Maddalena Guidi, funzionario della Regione Toscana nel settore Produzioni agricole vegetali.
Dottoressa Guidi, ci può spiegare perché la situazione dello schedario viticolo toscano è diversa da quello delle altre regioni?
Perché la normativa nazionale consente di misurare i vigneti comprendendo anche le aree di servizio, come per esempio le strade e le capezzagne, purché esistenti e a supporto del vigneto. Qui da noi i produttori, dimostrando una notevole serietà, nella maggior parte dei casi fino a ora hanno registrato nello schedario solo ed esclusivamente le superfici effettivamente vitate e produttive. La stessa Unione europea ammette le aree di servizio, e quindi adesso ci troviamo in una situazione di disallineamento tra schedario alfa-numerico e riscontri grafici. Il Sistema integrato di gestione e controllo (Sigc) non ammette “vuoti”, e quindi è necessario che anche i vigneti entrino a far parte del Sigc: nel caso in cui le aree di servizio non siano considerate come superfici vitate devono essere classificate come “tare”.
Vi possono però essere anche altre situazioni che provocano un disallineamento: ad esempio qualora un produttore abbia effettuato un reimpianto o una estirpazione e non abbia aggiornato il proprio schedario. In tal caso occorre che l’interessato provveda ad aggiornare la propria situazione secondo le procedure previste dalla normativa vigente in materia di potenziale viticolo.
Ma perché le altre Regioni si sono comportate in maniera diversa?
Semplicemente perché la normativa lo permette. E’ bene però dire subito che per quanto riguarda la richiesta di premi sono le superfici nette che contano, e le tare vengono escluse.
Dunque adesso il lavoro da fare sarà alquanto complicato, ci pare di capire.
In effetti sì, si tratta di un’operazione straordinaria e noi ci attendiamo un numero elevato di richieste di allineamento da parte dei conduttori. Non a caso abbiamo dato una scadenza piuttosto lunga, ossia il 31 maggio 2013. Allo stesso tempo stiamo procedendo con corsi di formazione rivolti alle Province, alle associazioni di categoria e a tutti coloro che, avendone titolo, sono interessati a intervenire per mettere a posto le singole situazioni.
In qualche modo le Regioni che non avevano uno schedario viticolo ben organizzato come quello toscano forse si sono trovate avvantaggiate.
In un certo senso sì. I conduttori toscani si sono trovati in una situazione particolare, visto che dispongono di uno schedario viticolo alfanumerico ben strutturato e consolidato, addirittura aggiornato in tempo reale sulla base delle dichiarazioni rilasciate dai conduttori. Ma questo schedario è stato realizzato registrando nella maggior parte dei casi la superficie netta del vigneto. In base alla normativa nazionale, invece, ciò che fa fede è il dato di superficie ottenuto dal Gis, che ricomprende anche le aree di servizio. Da qui la necessità di allineare i due dati, fino ad arrivare ad avere un unico dato di superficie, che è quello derivante dal Gis.
Nella pratica, come devono muoversi adesso i conduttori toscani che verificano un disallineamento tra la loro reale situazione di vigneto e i rilievi fotografici di Agea?
Qui in Toscana da anni stiamo lavorando per abbattere la burocrazia, e abbiamo applicato lo strumento dell’autocertificazione in molti casi. Tuttavia stavolta le cose sono diverse perché una eventuale nuova poligonazione del vigneto proposta dal conduttore, diversa da quella fornita da Agea, deve per legge essere validata da un ente pubblico, in questo caso l’amministrazione provinciale. I conduttori prima di tutto devono prendere visione della propria situazione nel sistema informativo di Artea, e se riscontrano anomalie devono ricorrere alla Dichiarazione unica aziendale per aggiornare il proprio potenziale viticolo, con la possibilità di presentare anche una Dua grafica qualora debbano proporre una nuova poligonazione. La dichiarazione deve appunto essere presentata alla Provincia per essere validata.
E cosa accadrà dal 1° giugno del 2013 a eventuali superfici che restano anomale?
Non potranno più fare parte dello schedario regionale, e i conduttori non potranno procedere a estirpazioni e sovrainnesti, né tanto meno rivendicarne le produzioni. Saranno chiaramente escluse anche dagli aiuti delle misure previste dal piano nazionale di sostegno. Naturalmente anche dopo tale data sarà però possibile regolarizzare la propria situazione.
A quando risalgono le foto di Agea?
Il refresh che ci è stato consegnato risale al 2010.
Un po’ vecchio, non trova? Ci saranno tante situazioni di disallineamento da correggere, dunque.
Sì, l’ho già detto, si tratta di un’operazione straordinaria e il lavoro da compiere non sarà poco, ma abbiamo messo in campo tutte le forse e le sinergie possibili.
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