In un Paese dove i turisti sono il doppio della popolazione e gli italiani sono ovunque, le nostre esportazioni languono. Eppure c'è chi fa affari d'oro, come sudafricani e francesi
Le Seychelles esprimono più di ogni altro Paese africano una certezza: i dati di afflusso del prodotto vino non combaciano con l’effettivo consumo locale. Su una popolazione di poco più di 90.000 abitanti, infatti, i turisti sono circa 180.000 ogni anno e sono proprio questi ultimi a spiegare importazioni di vino piuttosto sostenute: 800.000 litri, con un picco di 1,2 milioni nel 2010, per un fatturato di circa 3 milioni di dollari. Questo solo per i vini fermi in bottiglia, a cui si aggiungono 1,3 milioni di dollari di spumanti, per prezzi medi da Paese occidentale: 12 dollari al litro per le bollicine, con i francesi a 22, e oltre 3 dollari al litro per gli imbottigliati, come la Germania per intendersi.
Nella lista dei principali fornitori troviamo in cima il Sudafrica, con il 44% del totale, seguito da Francia (un terzo), dal Cile, comparso peraltro in carta solo nel 2012, e poi l’Italia, che rimane stabile attorno ai 150.000 dollari di valore export (sebbene gli italiani siano secondi come numero di presenze turistiche).
Questa invece la situazione dal lato bollicine, dove gli italiani si fanno bagnare il naso anche dai tedeschi.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Eurostat, Dogane dei vari Paesi
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