Export italiano record nel 2013: tirano la volata gli spumanti (+18%, a oltre 735 milioni di euro), ma in ottima progressione anche il segmento dei vini in bottiglia fermi (+6%). Stabili i frizzanti, mentre gli sfusi chiudono l'anno sopra i 480 milioni di euro
Il 2013 passerà alla storia dell’Italia enologica. Con un bilancio da prima della classe, che porta il nostro Paese a infrangere il muro dei 5 miliardi di valore all’export, per volumi in leggera decrescita rispetto al 2012, dovuti a scarsa vendemmia. Come si vede dal grafico, l’Italia ha reagito più che bene alla crisi economica generale, agganciando la ripresa già dal 2010, grazie al traino dei Paesi su cui negli ultimi anni i nostri esportatori si stanno dirigendo con sempre maggior decisione, ovvero Stati Uniti, Canada, Svizzera e – per quanto riguarda la spumantistica – Regno Unito. Si è in questo modo potuto attutire qualche colpo basso arrivato da alcuni mercati strategici, leggi Germania e – per il 2012 – la Russia, come il rallentamento del mercato cinese, su cui però siamo ancora sottoesposti.
Riassunta nella tabella la situazione delle esportazioni per dettaglio. Della spumantistica abbiamo detto (per chi se lo fosse perso ricordiamo di scaricare il dossier Spumanti, 28 pagine di analisi e dati su questo segmento di mercato). Per quanto riguarda i vini frizzanti, il saldo nel complesso è stabile: alle buone performance dei vini raggruppati nel segmento alto (Dop-Igp), fa da contraltare lo stop di quelli generici, penalizzati dalla scarsa appentenza degli importatori tedeschi.
Sul fronte vini fermi in bottiglia, bilancio positivo per i vini Dop, in particolare bianchi, e stessa musica sul fronte Igp, dove alla stabilità dei rossi fa da contrappeso il +12% incamerato a valori dai bianchi. Male invece l’anno per i vini comuni, penalizzati all’origine da una vendemmia che ha visto scarsità di volumi e prezzi in forte rialzo. Fattore che ha determinato la folle corsa dei prezzi dei vini sfusi, che chiudono l’anno con una media di 81 centesimial litro, ovvero +24% rispetto al 2012, difficilmente replicabili quest’anno, considerato l’andamento normale della vendemmia 2013 sia in Italia che negli altri maggiori Paesi.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Istat. Tabella riproducibile previa citazione con link diretto a questo articolo.
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