Abbiamo chiuso i battenti di una edizione che, oltre al grande successo di un pubblico, quest’anno qualitativamente selezionato e di crescente provenienza internazionale, ha segnato un cambio di passo strategico destinato a rafforzarne l’organizzazione e struttura
Abbiamo appena chiuso i battenti di una edizione del Simei che, oltre al grande successo di un pubblico, quest’anno qualitativamente selezionato e di crescente provenienza internazionale, ha segnato un cambio di passo strategico destinato a rafforzarne l’organizzazione e struttura.
Se, da un lato, la soddisfazione percepita degli espositori continua a essere l’indicatore più efficace del successo della manifestazione fieristica, dall’altro i trend e gli scenari di mercato che in queste occasioni si toccano con mano pongono l’esigenza di una visione prospettica del futuro che abbiamo dimostrato di saper cogliere. I tanti cambiamenti, piccoli e grandi, che hanno caratterizzato l’ultimo Simei, sono il segno di una fiera che sa rinnovarsi, adattandosi ai tempi e mantenendosi energica, dinamica e frizzante.
La “voglia di business “che si respirava tra gli stand e tra i padiglioni, come ha sottolineato il presidente di Anformape, Marzio dal Cin, si è tradotta in numerosi contratti commerciali come non si vedevano da tempo. Complice forse il nuovo dinamismo economico che sta caratterizzando l’economia italiana e internazionale o la confermata capacità dell’industria vitivinicola mondiale di resistere ai tempi di crisi; ma forse, sopra e prima di tutto, il riconoscimento di una leadership mondiale che la nostra industria di macchinari e prodotti per l’enologia continua a mantenere salda.
Una leadership alla quale il Simei deve saper rispondere con un progetto di rilancio a livello internazionale che abbiamo messo a punto grazie a due eventi concomitanti, distinti ma fortemente collegati: il supporto ricevuto dal “Piano straordinario per il made in Italy” ideato dal viceministro Carlo Calenda e la nuova partnership con la Fiera di Monaco.
Siamo grati a Carlo Calenda che ha capito l’importanza del settore fieristico come strumento di politica industriale di internazionalizzazione delle aziende e dell’economia e ha creduto nel Simei, così come in altre fiere, offrendo un supporto concreto per svilupparlo e migliorarne la competitività. Un assist al quale abbiamo voluto rispondere anche stipulando l’accordo con il drinktec di Monaco, un partner forte, specializzato nel beverage che ha dimostrato negli ultimi vent’anni di avere una grandissima capacità di internazionalizzazione e che ci aiuterà non solo a sviluppare il Simei nella sua edizione italiana, ma che accompagnerà un prezioso percorso di internazionalizzazione sia nella sua edizione di Monaco sia portando il Simei in giro per il mondo per avvicinare sempre di più le aziende produttrici di tecnologie enologiche italiane verso quelle aree e mercati di sviluppo delle enologia mondiale rappresentati dai Paesi del Nuovo mondo.
Insomma, una prospettiva entusiasmante alla quale dobbiamo guardare tutti con fiducia lavorando con determinazione per un traguardo ambizioso.
Domenico Zonin
Presidente di Unione Italiana Vini
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