Danni limitati per le aziende del Lambrusco modenese, solo alcune chiusure, come per la Cavicchioli. Due chiusure nel Reggiano. Rischio idrogeologico per i vigneti
Nell’Emilia Romagna colpita da continue scosse di terremoto si prova a fare la stima dei danni, mentre il perpetuarsi del sisma impedisce la ripresa delle attività. La calamità non ha risparmiato alcun settore, nemmeno quello vinicolo: a subire maggiormente gli effetti dei due terremoti, quello del 20 e quello del 29 maggio, le aziende dell’area di San Prospero e di Carpi, nella bassa modenese, dove alcune cantine hanno sofferto problemi strutturali, danneggiamento di impianti e la rottura di bottiglie, mentre nessun danno grave, per ora, ai vigneti.
“Per quello che riguarda il comparto vitivinicolo siamo stati fortunati, soprattutto rispetto ai produttori di Parmigiano e di Aceto balsamico – commenta Ermi Bagni, direttore del Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi -. Le piccole e medie imprese che abbiamo contattato, fortunatamente, la domenica che c’è stata la scossa più distruttiva erano chiuse e questo ha limitato i danni, soprattutto alle persone. Alcuni guasti strutturali sono però stati riscontrati agli impianti di refrigerazione negli stabilimenti di pigiatura e nello stabilimento di trasformazione di Concordia. E’ inoltre ancora inagibile lo stabilimento Cavicchioli, al quale però il Ministero ha concesso alcune deroghe e la possibilità di imbottigliare la Doc fuori provincia”.
Danni limitati anche per i 23 soci del Consorzio per la Promozione dei Marchi Storici dei Vini Reggiani: “Tra i nostri associati il terremoto non ha avuto fortunatamente effetti disastrosi – rende noto la segreteria di Davide Frascari, presidente del Consorzio – sono ancora chiuse, ad oggi, la cantina di San Martino in Rio che sta attendendo le regolari verifiche strutturali e la cantina di Prato di Coreggio. E’ però presto per fare una stima, non abbiamo avuto un giorno di tregua da quando è iniziato il sisma e non si sa cosa potrà succedere nei prossimi giorni”.
“Il terremoto però – spiega Coldiretti – ha provocato anche un pericoloso rischio idrogeologico nei territori colpiti con danni dagli impianti idraulici e frane in alcuni alvei che pregiudicano il regolare deflusso delle acque. Una prima conseguenza è la sospensione del servizio irriguo per un’area della provincia modenese di 26.000 ettari che va da Novi di Modena a Carpi, Campogalliano e Soliera. Area principalmente frutticola, nella quale però non mancano le vigne. Perciò secondo le prime stime il mondo del vino quest’anno si troverà a fare i conti con un raccolto di uve più scarso di oltre il 15% di raccolto”.
“Oltre il danno la beffa – sottolinea Antonio Dosi, presidente della Cia Emilia Romagna – perché agricoltori e viticoltori dovranno, seppur più avanti, pagare anche l’Imu su immobili danneggiati e sui quali dovranno sostenere costi elevati per riportarli in sicurezza. A questo si aggiunge che non sappiamo quali potranno essere i tempi di ripresa delle attività e, per un’azienda e per chi ci lavora, questa incertezza si unisce alla paura che l’evento ha provocato”.
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