Bilancio export 2014 a 840 milioni di euro, per un volume di 2,4 milioni di ettolitri. Il Regno Unito, sotto la spinta del Prosecco, passa gli Usa, divenendo prima destinazione anche valore. Difficoltà in Russia e Germania, boom in Scandinavia
Una corsa che sembra non avere fine quella degli spumanti. Il consuntivo export 2014 regala l’ennesimo record, il quinto per la precisione, fermando le lancette a 840 milioni di euro (+14%), per volumi arrampicatisi a 2,4 milioni di ettolitri, equivalenti a una crescita annua del 18%.
Grande protagonista di questa straordinaria performance il comparto Dop, dove gareggia il Prosecco, artefice di una crescita annua del 36% a volume e del 28% a valore, con un sacrificio minimo sul prezzo medio, sceso del 6% a 3,58 euro al litro. Un po’ meno bene le cose per l’Asti, che ha patito le difficoltà in Russia, UK e Germania, chiudendo l’anno a -8% sui valori. In crescita robusta anche il comparto Igp, mentre si ferma al 4% la performance dei vini non di territorio.
La situazione per Paesi, come anticipato, vede il Regno Unito in crescita mostruosa, con un +42% sui valori che porta Londra a superare gli Usa e divenire prima destinazione a valore e volume. Merito del successo del Prosecco (+55% a valore in UK), come merito delle bollicine veneto-friulane anche la buona performance sul mercato americano, che chiude a +11%. Per entrambi i Paesi c’è qualche limatura sul prezzo, più ampia in UK (-7%), fattore che sta consentendo alle bollicine tricolori di aprirsi spazi di mercato sempre più ampi.
Sugli altri mercati, si chiude molto male in Germania e Russia, mentre si viaggia bene (se non benissimo) in tutto il resto del continente europeo, con performance a doppia cifra in Svezia, Norvegia e Danimarca, i cui consumatori si sono innamorati del Prosecco, divenuto in molti casi lo spumante più venduto. Continuiamo a crescere a marcia da raddoppio in Cina, ma a scapito di bruschi ridimensionamenti dei prezzi medi (-24%).
Questo l’andamento quindicennale delle esportazioni sui principali mercati.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Istat. La riproduzione è consentita previa citazione con link diretto a questo articolo
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