Rinviato a dopo Vinitaly invece il confronto sulla Doc interregionale Pinot grigio delle Venezie. Gli esiti del vertice vitivinicolo indetto dall'assessore Bolzonello
di Adriano Del Fabro
Strada spianata alla costituzione della Doc Friuli, per tutte le varietà di vino, rossi e bianchi, spumanti e frizzanti. E confronto rinviato al dopo Vinitaly sull’ipotesi della Doc Pinot grigio delle Venezie (o delle Tre Venezie), ovvero per parlare della possibile alleanza con Veneto e Trentino per regolamentare a livello interregionale la produzione di un vino che in queste tre aree del Paese rappresenta l’85% della produzione italiana. Ma anche condivisione sul fatto che, attorno a quel Tavolo, tutta la filiera dovrà ragionare sulle strategie complessive del settore vitivinicolo in Friuli Vg, sofferente di una crescente debolezza e necessità di rilancio. Questi, in sintesi, gli esiti del vertice vitivinicolo regionale convocato a Udine dall’assessore regionale alle Risorse agricole, Sergio Bolzonello, per affrontare il tema della possibile costituzione di una Doc interregionale del Pinot Grigio, ipotesi sulla quale si sono registrate da parte di alcune decine di portatori di interesse (produttori, rappresentanti di consorzi, cooperative, associazioni, enologi) posizioni contrapposte, sia di favore che di netta contrarietà.
Dunque, l’elemento emerso con chiarezza è l’accelerazione dell’iter che porterà, dopo anni di riflessioni (e un rallentato timing di raccolta delle firme necessarie) alla costituzione della Doc Friuli. «Il che era tutt’altro che scontato», ha sottolineato l’assessore. I motivi? La consapevolezza che il Friuli Vg ha bisogno di essere riconosciuto come un marchio territoriale, come accade in Francia con lo Champagne o in altre regioni italiane, come a esempio il Chianti o il Barolo.
Al contrario, in Friuli Vg i brand di successo sono quelli di alcune aziende che hanno saputo affermarsi sui mercati nazionali e internazionali. Per quanto riguarda invece l’eventualità di una Doc interregionale Pinot grigio progettata per superare l’attuale Igt delle Venezie, una volta chiarito da parte di Bolzonello che nulla è deciso, ma che si è solo fatta circolare una bozza di disciplinare su cui ragionare, tutti gli intervenuti al Tavolo sono rimasti d’accordo che serve un approfondimento sui diversi aspetti della questione. E, dunque, «nel Tavolo che si terrà a partire da aprile cercheremo di fare sintesi sui diversi aspetti, in particolare su governance e quantitativi», ha indicato l’assessore, sottolineando le opportunità che una scelta in tal senso potrebbe aprire per la stragrande maggioranza dei produttori regionali.
«Anche chi in questi giorni ha manifestato la propria contrarietà al progetto – ha commentato Bolzonello – si è dichiarato disponibile a individuare una soluzione condivisa, che mantenga compatto il mondo della vitivinicoltura friulana, uno dei comparti trainanti delle nostre attività produttive. Non possiamo permetterci di spaccarci e mantenere una contrapposizione che può portare solo danni alle nostre aziende».
Alcuni dei contrari hanno espresso il timore che la Doc Pinot grigio delle Venezie, “offuschi” l’immagine delle Doc attuali. Parallelamente qualcuno non gradisce le proposte di massimali di produzione per ettaro: inferiori a quelle dell’attuale Igt delle Venezie ma superiori a quelle delle attuali Doc, previste dalla bozza del nuovo disciplinare. Ne risentirebbe la qualità, inversamente proporzionale alla quantità. All’opposto, la Doc interregionale servirebbe a meglio regolamentare la produzione del Pinot grigio, per garantire maggiore sicurezza e qualità al consumatore, in termini di controlli che i disciplinari delle Doc prevedono. Dunque, più trasparenza per un vino assolutamente da preservare. Ma anche chi non ha contrarietà di fondo alla nuova Doc, ritiene comunque necessario non perdere l’Igt Venezia Giulia, che contraddistingue il lavoro e il successo di molti viticoltori di tutte e quattro le province del Friuli Vg.
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