Per le denominazioni di spettanza dell'ente di certificazione TCA (il 60% circa): 1,2 milioni di ettolitri, di cui 462.000 di vini Igt. Produzione del Chianti Docg in calo del 13%, mentre la regione nel suo complesso ha prodotto 1,9 milioni di ettolitri
Toscana Certificazione Agroalimentare (TCA) ormai opera da più di tre anni, e nel presentare a stampa e operatori il nuovo sito ha annunciato che a breve comincerà a svolgere il proprio compito di controllo e certificazione non più soltanto sul vino, ma anche sull’olio e su altri prodotti agroalimentari toscani.
Attualmente la società certifica oltre il 60% del vino toscano, appartenente a 21 tra denominazioni di origine e indicazioni geografiche. Nel 2012, gli ettari certificati sono stati 26.877, i quintali di uva 1.756.711 e gli ettolitri di vino 1.173.279, di cui la stragrande maggioranza Chianti Docg (670.000 ettolitri, -13% rispetto al 2011). Nel complesso delle Do e Ig toscane, il risultato produttivo 2012 è stato pari a 1,9 milioni di ettolitri.
Per la prima volta, grazie al sistema di controllo attivato anche per le Igt a partire dalla vendemmia 2012, è possibile avere anche la certezza su quelle prodotte in Toscana. TCA ha registrato una produzione globale di 462.000 ettolitri tra Toscana, Colli della Toscana Centrale e Costa Toscana Igt, provenienti da 11.471 ettari di vigneto iscritti al registro.
TCA, presieduta da Ilio Pasqui, opera attraverso 12 commissioni di degustazione suddivise tra le varie province. La scelta di avere più commissioni sul territorio invece che una centralizzata nella sede fiorentina è stata presa per poter garantire non soltanto una pluralità di pareri, ma anche una capacità di apprezzare le sfumature che i vini assumono nelle varie zone di produzione.
Sul nuovo sito i produttori possono trovare tutte le informazioni, compresi i prezzi delle certificazioni e i piani dei controlli di ogni singola denominazione e indicazione geografica.
L’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Gianni Salvadori è convinto che quella della certificazione sia la sola strada da percorrere per combattere le contraffazioni dei prodotti agroalimentari toscani. In questo senso la Regione ha anche deciso di scegliere un marchio (la farfalla presentata qualche mese fa) per poter dare sempre maggiore visibilità alle produzioni originali toscane. L’assessore ha inoltre sottolineato come le risorse pubbliche ogni anno mettano in moto un migliaio di ettari di rimpianti di vigneti, per un costo totale di 70 milioni di euro, che testimoniano la vitalità del settore nonostante i tempi di crisi generale.
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