Il ceo ad interim Every-Burns, subentrato a David Dearie, licenziato dopo le pesanti perdite in Usa: ci sono documentati segnali che la sobrietà imposta dal nuovo governo farà rallentare la crescita dei consumi. E per noi non sarà una cosa divertente
Non c’è pace per Treasury Wine Estates. Prima l’effetto shutdown in America, che l’ha costretta a distruggere vino invenduto per 35 milioni di dollari. Poi il licenziamento di David Dearie, il potente manager che stava traghettando il più grosso gruppo australiano verso la rinascita dopo la dismissione di Foster’s. E ora l’annuncio a sorpresa che le misure di austerity imposte dal nuovo governo di Pechino potrebbero contrarre i ritmi di crescita dell’azienda in Asia.
In un recente discorso agli azionisti, Warwick Every-Burns (nella foto), il ceo ad interim di Treasury, che ricordiamo è proprietaria di marchi come Penfolds e Wolf Blass, ha confermato che il bilancio 2014 dovrebbe chiudersi con un utile pre-tasse di 230-250 milioni di dollari, ma ha gelato l’auditorio quando ha detto che il mercato cinese, su cui il colosso australiano sta puntando gran parte del proprio futuro, sta patendo la politica di austerity decisa dal governo, che ha vietato il consumo di alcolici ai funzionari pubblici e ai militari nel corso di ricevimenti ed eventi. “Un rallentamento nei consumi di vino in Cina – ha detto Every-Burns – potrebbe costituire una seria minaccia ai nostri progetti di crescita in Asia, il nostro mercato più promettente”.
Insomma, dopo l’annuncio di una limatura in bilancio di 160 milioni di dollari a luglio che avevano portato alle dimissioni di Dearie, questa notizia sulla Cina ha lasciato di stucco tutti. “La crescita della domanda di prodotti luxury – ha detto ancora Every-Burns – è stata guidata più che altro da bevande diverse dal vino e da aziende di moda. In linea con i recenti annunci fatti da queste compagnie, stiamo assistendo a segnali che dimostrano come anche la crescita dei consumi di vino in Cina stia rallentando a seguito del recente cambio di leadership e delle ben documentate misure di austerità prese dal governo”.
Nel 2012-13 la crescita dei profitti pre-tasse nella regione asiatica è stata del 35,6%, a 54,5 milioni di dollari, un quarto dei profitti fatti dal gruppo nel mondo, con le vendite in volume cresciute del 39% solo in Cina e Hong Kong. Nello stesso periodo i profitti in Nordamerica sono calati del 14,5%.
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