Attilio Scienza e Cristian Scrinzi, coordinatori del gruppo tecnico e del gruppo promozione designati sei mesi fa dalla Giunta, hanno esposto le direttrici. Ora ci deve credere tutta la produzione
Il 27 aprile 2012 sarà punto di riferimento importante per il futuro della viti-enologia del Trentino.
I rappresentanti dei diversi comparti sono convenuti numerosi, su invito dell’assessore provinciale Tiziano Mellarini, all’Istituto agrario di S. Michele, dove nel tardo pomeriggio i coordinatori del gruppo tecnico e del gruppo promozione designati sei mesi fa dalla Giunta provinciale, Attilio Scienza e Cristian Scrinzi, hanno esposto le linee guida per il rilancio della viti-enologia del Trentino.
E’ da sottolineare il fatto che i due gruppi sono formati in prevalenza da persone già inserite nei vari campi della viti-enologia trentina. Punto di riferimento obbligato per entrambi i gruppi è stato il documento approvato dalla Giunta provinciale il 5 agosto 2011 redatto da quattro “saggi”: prof. Attilio Scienza, enologo Enrico Paternoster, dr. Emilio Pedron e dr. Fabio Piccoli.
Riportiamo di seguito l’elenco delle proposte elaborate dai due gruppi di lavoro.
Iniziamo da quelle del gruppo “produzione” articolate i cinque punti, suddivise a loro volta in azioni da intraprendere.
- Istituzione del servizio di enologia applicata (centro studi vitigni e vini autoctoni, concorso enologico provinciale, caratterizzazione del territorio viticolo); 2) sviluppo di reti di impresa (per la produzione condivisa di vino spumante metodo classico, per la conduzione di vigneti, per la commercializzazione di vini in comune); 3) creazione di un marchio di qualità e sostenibilità ambientale; 4) scelta di luoghi di comunicazione dotati di forte attrattività; 5) aspetti riguardanti la formazione.
Il piano operativo elaborato dal gruppo “promozione” contiene le seguenti line guida: innalzare la massa critica di investimenti attraverso il coinvolgimento finanziario dei produttori e l’intercettazione delle risorse comunitarie oggi a disposizione; estendere la promozione non solo ai vini testimoni del Trentino, ma anche a vini da vitigni internazionali ( Pinot grigio Trentino); ampliamento dei processi di internazionalizzazione dei vini; chiara definizione di funzioni e ruoli all’interno dei soggetti coinvolti nella promozione del vino trentino.
Le proposte dei due gruppi sono consequenziali sul piano concettuale ed applicativo.
A fare da supporto al duplice progetto sono alcune considerazioni evidenziate dai coordinatori. Il Trentino, a differenza di altre province o regioni italiane, produce una gamma ampia ed articolata di vini diversi per tipologia e attrattività e questa potenzialità rappresenta un punto di forza. Il vino trentino deve essere considerato bene comune dalle diverse filiere che operano sul territorio: cooperative di primo grado, consorzi di secondo grado, vignaioli, cantine private di eccellenza, commercianti.
Le singole filiere devono contribuire ciascuna nel proprio ambito alla valorizzazione del vino trentino, operando nell’interesse comune senza rinunciare alla propria autonomia. La zonazione portata a livello di territorio di competenza delle cantine sociali tramite il progetto PICA concordato tra Cavit e istituto agrario può contribuire all’elevazione qualitativa dei vini più rappresentativi. Coinvolgendo anche i vignaioli sia nella fase di produzione sia nelle iniziative di promozione che devono essere coordinate da una unica centrale operativa.
Motore propulsivo dell’intero progetto di rilancio deve essere il Consorzio tutela vini trentini. La struttura attuale del Consorzio è assolutamente carente per fare fronte alle funzioni che gli sono state attribuite dal decreto legislativo 61/2010.
Gli esperti di entrambi i gruppi di lavoro riconoscono però che il vuoto strumentale e professionale del Consorzio potrà essere colmato nell’arco di un biennio. Nel frattempo- l’ha ribadito con forza il presidente del Consorzio Elvio Fronza – la Provincia deve sollecitare altri enti ed istituti di settore a collaborare con il Consorzio mettendo a disposizione professionalità e strumenti di lavoro.
Questa in sintesi la parte propositiva. Ora proviamo a chiederci se il piano di valorizzazione elaborato dalle due commissioni è da ritenere risolutivo.
L’assessore Mellarini ha detto che esso rappresenta la strada sulla quale i diversi settori devono incamminarsi. Insieme, ma con celerità. Mettendo a frutto le intelligenze, senza nessuna preclusione o volontà di prevalenza. Noi riteniamo che le linee guida dello spartito abbiano fondamento, anche se non del tutto originali. Ma le voci da accordare per tradurre lo spartito in musica nuova sono molte e purtroppo abituate da troppo tempo a cantare, per motivi diversi, fuori dal coro. Di esso fanno parte: Cavit, Mezzacorona, La-Vis, 11 cantine sociali, associazione vignaioli, cantine private di eccellenza, Istituto Trentodoc.
Quest’ultimo è nato indipendente. Ora dovrà entrare a far parte del Consorzio tutela vini del Trentino. Qualcuno ha già suggerito la sua cancellazione.
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