Dopo il Wine Hub di Shenzhen, tocca allo Xi'an Western International Wine Trade Center: sarà un grande centro per il commercio e la diffusione della cultura del vino nel cuore della Cina ed entrerà in funzione alla fine del 2013
Milano. Dopo il Wine Hub di Shenzhen, che abbiamo presentato nel corso dell’ultimo Simei, un nuovo polo del vino sorgerà nella città di Xi’an, nella provincia dello Shaanxi, nel cuore della Cina. Lo Xi’an Western International Wine Trade Center sarà operativo tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 e si propone di essere un centro per il commercio, la logistica, lo stoccaggio ma anche una vetrina per presentare i vini e la cultura del vino in un paese che si dimostra sempre più assetato di prodotti europei. Una città del vino dunque che riunirà servizi per produttori e operatori commerciali a spazi dedicati al consumatore finale.
L’ambizioso progetto – presentato a Milano nel corso di un incontro organizzato dai Saloni Internazionali Francesi in collaborazione con Aiboyalianj Exhibition Co – è stato illustrato da una delegazione cinese composta da un rappresentante della Wine Chamber of Commerce di Shaanxi e dai rappresentanti di due delle principali aziende protagoniste del progetto la Xi’an Tyrannical Trading Co. e la Xi’an International Port District Whitehorse Liquor City Industrial Co.
Lo Xi’an Western International Wine Trade Center raggrupperà servizi logistici (magazzinaggio, distribuzione, packaging), servizi di vendita e di marketing (vendita all’ingrosso e al dettaglio, vetrine per esposizioni e mostre), servizi culturali e turistici, servizi per gli operatori del business (ristorazione, catering, alloggio e tempo libero) e anche moderni servizi relativi al commercio elettronico del vino.
Z. Su, rappresentante della Wine Chamber of Commerce of Shaanxi Federation of Industry and Commerce, dopo una breve introduzione al mercato del vino in Cina, ha spiegato che errore ricorrente di molti produttori europei è quello di vedere il mercato cinese come meta per spedizioni “una volta tanto” mentre sarebbe molto più proficuo entrare in questo mercato stabilendo rapporti commerciali duraturi. Da questa considerazione nasce la proposta della delegazione cinese ai nostri produttori: creare un rapporto solido e duraturo (partendo dalla sottoscrizione di una lettera d’intenti) con una realtà locale che, dalla posizione privilegiata di operatore ed osservatore interno, offre una nutrita serie di servizi in un paese in cui la cultura è tanto diversa da quella occidentale. Se da una parte infatti è necessario che i produttori interessati alla Cina debbano operare in modo “coerente” alla cultura e alle regole dell’oriente, dall’altra il popolo cinese deve essere “educato” al vino; la possibilità di operare a stretto contatto con operatori locali permette di evitare errori che potrebbero vanificare sforzi e investimenti dei nostri produttori.
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