Sul Los Angeles Times se ne ipotizza una prossima importante diffusione sugli scaffali delle enoteche e dei negozi d’alimentari statunitensi. Alcuni produttori locali avrebbero già fatto questa scelta per garantire praticità e comodità ai loro consumatori
Seguendo l’esempio delle birreria artigianali, alcuni produttori di vino statunitensi avrebbero cominciato ad immettere in commercio vino in lattina. Lo racconta, sulle pagine web del Los Angeles Times, uno dei più diffusi quotidiani statunitensi, la giornalista S. Irene Virbilia.
In particolare come compare i produttori intervistati dalla Virbilia avrebbero dichiarato di aver scelto questo metodo di confezionamento, ma solo per parte della loro produzione, per motivi quali: la sua praticità (è facile da “stappare”, da trasportare e conservare, si raffredda più velocemente); la sua sostenibilità (le lattine si possono riciclare all’infinito…cosa che per il vero è possibile anche per il vetro!); il fatto che, con riferimento alla birra, presentare il vino in lattina è “meno pomposo” e i consumatori ne possono così godere in modo più spontaneo, sentendosi a proprio agio e senza nemmeno avere la necessità di versarlo in un bicchiere (la motivazione, presunta, che metter il vino in lattina sia una via per “democratizzare” la vendita dei vini di qualità è stata, già qualche anno fa, addotta dal responsabile di un’azienda francese che lanciò appunto una selezione di vini in lattina).
Motivazioni, più o meno convincenti, a parte, la giornalista americana è convinta che il vino in lattina prenderà piede negli Stati Uniti, e garantisce ai suoi lettori che presto lo troveranno nelle enoteche e nei negozi di generi alimentari. Avrà ragione?
FEB
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