Grazie al lavoro dei delegati in 60 Paesi e a un accordo con Ice. Un impegno a supporto dell'export del vino made in Italy e per mantenere alto il grado di soddisfazione espresso da espositori e operatori esteri nel sondaggio realizzato a consuntivo dell’edizione 2012
I dati dell’esportazione lo confermano, la ricetta anticrisi per il vino italiano è vendere all’estero. Un’opportunità che Veronafiere propone da oltre 15 anni, da quando cioè ha fatto di Vinitaly e di Vinitaly International strumenti per l’internazionalizzazione delle imprese enologiche italiane. Per la prossima edizione di Vinitaly – in programma dal 7 al 10 aprile 2013 – verrà quindi ulteriormente incrementata la presenza di buyer stranieri grazie all’impegno delegati di Veronafiere in 60 Paesi e tramite un accordo con Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane per potenziare l’incoming a Verona di nuovi operatori. Questo permetterà di aumentare le possibilità di contatti b2b per le aziende espositrici, che stanno confermando la richiesta di spazi dello scorso anno; le iscrizioni sono infatti in linea con il 2012.
Per questo anche in tempi di crisi, Vinitaly è un appuntamento a cui le aziende non vogliono rinunciare perché, come evidenziato da una ricerca sulla soddisfazione del cliente realizzata a consuntivo dell’edizione 2012, la partecipazione consente di consolidare la propria immagine (97%), verificare l’interesse per i propri prodotti (98%), valutare il mercato e la concorrenza (95%). L’importanza di partecipare vale anche per gli operatori stranieri. In un sondaggio sui visitatori esteri dello scorso anno, l’86% ha affermato partecipare a Vinitaly per trovare nuovi contatti, capire le nuove tendenze e finalizzare contratti di acquisto.
“Per mantenere la leadership degli scambi mondiali di vino, con il 23% del mercato – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – è fondamentale continuare a promuovere un’immagine unitaria del sistema enologico italiano, per dare forza ai valori della nostra tradizione, ma anche per dare valore alle risorse messe in campo”.
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