Per la prima volta al salone del vino di Londra del prossimo maggio l’enologo francese Bruno Paumard proporrà al pubblico internazionale i prodotti dello Château Hansen, azienda vitivinicola che sorge ai bordi meridionali deserto dei Gobi
Si parla spesso di mercato cinese del vino ma molto poco di mercato del vino cinese. Noi, per il vero, ne abbiamo parlato qualche mese fa (si veda qui e qui) quando, riportando l’opinione della professoressa Huiqin Ma (China Agricultural University) avevamo cercato di rassicurare in merito al difficile sviluppo (almeno in tempi brevi) di una produzione interna cinese che fosse, qualitativamente e quantitativamente, concorrenziale con quella dei tradizionali Paesi produttori.
Eppure, combattendo con le difficoltà di coltivare la vite e fare vino in un Paese con scarse risorse idriche, in cui, paradossalmente vista la sua estensione e il numero di abitanti, vi sono limitazioni legate alla disponibilità di terre coltivabili a vigneto e alla disponibilità di manodopera, c’è chi in Cina ha raccolto la sfida tanto da voler proporre nel prossimo maggio i suoi vini alla London International Wine Fair. Si tratta dello Château Hansen, azienda vitivinicola fondata nel 1980 dalla famiglia Han nello Wuhai, regione situata sul bordo meridionale del deserto dei Gobi. L’azienda conta 450 ettari e i suoi vigneti estesi in parte nella prima citata zona dello Wuhai e in parte nell’adiacente regione di Ningxia a circa 1500 metri sul livello del mare. Qui le condizioni climatiche non sono semplici, le temperature scendono in inverno fino a -30° C tanto da rendere necessaria la pratica dell’interramento dei vigneti nelle stagioni più fredde. Lo Château Hansen è noto anche per essere la prima azienda cinese a produrre vini biologici e dal 2010 la vinificazione è supervisionata dall’enologo francese Bruno Paumard. La produzione attuale si aggira intorno ai due milioni di bottiglie l’anno, senza avere avuto, fino ad ora, nessuna ambizione di export. Quello della LIWF sarà dunque un debutto significativo.
FEB
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