Il prefetto autorizza l'arricchimento con mosto concentrato e vieta la chaptalisation. Il presidente della Coop de France: un errore, ma continuiamo la lotta. Soddisfazione invece per Federmosti
L’annata 2013 non ha le condizioni di eccezionalità richieste dalla normativa europea, per cui l’arricchimento dei vini sarà consentito come al solito con mosti concentrati o concentrati rettificati. Così recita l’ordinanza del prefetto regionale della Languedoc-Roussillon, che respinge la richiesta avanzata dalla Coop de France di poter utilizzare lo zucchero per i vini comuni, come si fa in altre zone del Paese.
Caustico il commento del presidente della Coop, Boris Calmette, che aveva persino scritto al ministro dell’Agricoltura, chiedendo di rimuovere le discriminazioni tra regioni produttrici. “Andiamo avanti con la nostra battaglia perché sacrosanta”.
Soddisfatto invece l’Odg regionale, che si è sempre schierato contro l’autorizzazione alla chaptalization, paventando che un’apertura ai vini comuni avrebbe poi finito per coinvolgere anche i vini Aop e Igp.
Soddisfatte Federmosti e MUST
“Siamo molto contenti della decisione presa dal prefetto del Languedoc-Roussillon”, dice Marco Bertagni, e direttore di FederMosti e MUST, rispettivamente i network italiani ed europei dei produttori di mosti e succhi d’uva concentrati, esprime soddisfazione per quanto sta avvenendo nell’ultima Regione francese roccaforte del vino “fatto con derivati dell’uva”. “Come MUST – prosegue Bertagni – in agosto, proprio per osteggiare l’iniziativa dei produttori di vino della Languedoc, abbiamo promosso una campagna stampa sui media specializzati italiani, francesi e spagnoli. Abbiamo denunciato le distorsioni competitive generate dall’assurda e iniqua decisione presa a livello europeo nel 2008 di continuare a consentire l’uso del saccarosio e di togliere al contempo, dal 2012, i sostegni al mosto concentrato rettificato. Ritenendo difficile e forse anacronistico il ripristino dei sostegni all’MCR, ci siamo battuti per l’evidenziazione in etichetta dell’aggiunta di saccarosio ma abbiamo incontrato un certo ostracismo soprattutto e paradossalmente tra i produttori di vino, anche di quelli italiani che, non potendo per legge usare saccarosio per arricchire, avrebbero avuto solo vantaggi nel vedere la dizione “sugar added” sui vini francesi e tedeschi additivati con una sostanza di basso costo ed estranea alla filiera dell’uva”.
“E’ evidente – conclude Bertagni – che se la decisione del Prefetto della Languedoc si consolidasse nei prossimi giorni e avesse addirittura un effetto-domino su altre Regioni francesi che da molto tempo o solo dal 2012 consentono l’uso del saccarosio, la politica di qualità del vino perseguita dall’Unione Europea compirebbe un importante passo avanti. I cinesi nel 2006 hanno emanato una legge nella quale si dice che “il vino va fatto con l’uva”, forse anche l’Europa sta finalmente andando in questa direzione”.
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