Il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci: "senza alcun dubbio che i produttori e tutto il territorio montalcinese sono vittima di una frode gravissima, frode che non deve tuttavia lasciare alcuna ombra sulla nostra Docg. Ci costituiremo immediatamente parte civile verso chi ha condotto questa truffa"
Maxi operazione dei carabinieri in tutto il centro-nord per sgominare una vasta frode agroalimentare nella vendita, all’ingrosso e al dettaglio, di falso Brunello di Montalcino e altri noti vini Docg. Le attività, ancora in corso, riguardano in particolare Toscana, Umbria, Liguria e Lazio e hanno portato già al sequestro di oltre 30.000 bottiglie di vino etichettato come Brunello di Montalcino, Chianti e altri Docg, ma falsi e di scarsa qualità.
Come si legge nel lancio di Adnkronos, sono stati sequestrati numerosi ettolitri di sfuso pronti per la vendita all’estero e alcune migliaia di bottiglie già etichettate e documenti di certificazione qualità falsi. Decine le perquisizioni effettuate, con il coordinamento del comando provinciale dei carabinieri di Siena con l’ausilio del Nas di Firenze, dei comandi dell’arma territorialmente competenti nonché dell’ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi nel settore agroalimentare per la Toscana e l’Umbria in cantine, centri d’imbottigliamento, supermercati ed enoteche in Toscana, Umbria, Liguria e Lazio.
Il vino sequestrato, di scarsa qualità, proveniente da mercati paralleli, dopo essere stato imbottigliato veniva etichettato con false fascette riportanti i sigilli di Stato e successivamente commercializzato in Italia e all’estero a un prezzo dieci volte superiore al suo reale valore, con un danno, al settore vitivinicolo italiano, di centinaia di migliaia di euro. Attualmente vi sono alcuni indagati. Gli uomini dell’Arma puntano a far luce sull’intera rete criminale. Allo stato non vi è alcun coinvolgimento da parte dei produttori di Brunello e delle aziende di Montalcino che, anzi, potrebbero essere parte lesa.
A questo proposito il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci, in una nota stampa, ha dichiarato come, “anche se le indagini sono ancora in corso, mi sento di affermare senza alcun dubbio che i produttori e tutto il territorio montalcinese sono vittima di una frode gravissima, frode che non deve tuttavia lasciare alcuna ombra sulla nostra Docg. Da anni attraverso la tracciabilità di ogni singola bottiglia e di periodici ed intensi controlli su tutta la filiera abbiamo fatto in modo che il consumatore e gli appassionati venissero sempre più tutelati. Il sequestro delle bottiglie non deve assolutamente far passare in secondo piano ciò. Come ogni grande griffes internazionale siamo vittime naturali di tentativi di contraffazione. Siamo grati anzi all’autorità inquirente che con la sua attività ha fatto emergere questo tipo di comportamento delinquenziale che getta cattiva luce su sistema che invece è conosciuto a livello internazionale per la sua serietà e capacità di garantire elevatissimi controlli di qualità. Ovviamene, interpretando il sentimento di tutti i produttori ci costituiremo immediatamente parte civile verso chi ha condotto questa truffa”.
“Il gioco di squadra nella lotta alla contraffazione si rivela ancora una volta la strategia vincente per tutelare le eccellenze del nostro patrimonio agroalimentare, di cui il vino è uno dei principali simboli. L’Italia è prima in Europa per i controlli nel settore, solo nel 2013 ne sono stati effettuati quasi 130mila. Dobbiamo continuare a lavorare su questa strada con la massima attenzione per difendere le nostre produzioni da tutti gli illeciti che danneggiano il made in Italy”.Così il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha commentato i primi risultati dell’operazione dei Carabinieri con il contributo dei Nas e dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi (ICQRF) che ha condotto le analisi chimiche sul vino e ha partecipato direttamente alle operazioni di sequestro.
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