L'aggregato Usa-Canada-Brasile chiude i conti a marzo in passivo sul fronte valori, con una limatura di quasi 30 centesimi di dollaro al litro sull'import di imbottigliato. In crescita invece i volumi
Il primo trimestre chiude in maniera ambivalente sul mercato americano, inteso come sommatoria dei tre principali Paesi: Usa, Canada e Brasile. A livello volumico, gennaio-marzo 2015 segna una variazione percentuale positiva, attorno a +4%, per un totale assorbito di 242 milioni di litri di vino in bottiglia (spumante escluso), invertendo un trend negativo iniziato con il terzo trimestre del 2014 (variazione annua -1%) e proseguito nel quarto (-3%).
Sul fronte valore, invece, le cose vanno meno bene: l’apprezzamento del dollaro sull’euro ha innescato un circuito al ribasso che si è concretizzato in un -2% rispetto al gennaio-marzo 2014, per un totale di 1,3 miliardi di dollari. Variazione negativa annua che si somma al -4% cumulato nel quarto trimestre del 2014 e che accende una preoccupante spia di tenuta per i prossimi mesi.
Se guardiamo all’evoluzione dei prezzi medi, il picco al ribasso raggiunto a marzo 2015 è evidente: per la prima volta da tre anni a questa parte si scende sotto i 5,60 dollari al litro, praticamente ai livelli del marzo 2012. Performance ovviamente dovuta al mercato Usa, che da un anno all’altro ha perso qualcosa come 27 centesimi al litro, mentre il Canada è riuscito comunque a crescere del 4%, superando la soglia dei 7 CAN$/litro.
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