Secondo una ricerca dell’Università del Delaware, dichiarare l’uso sostenibile di acque reflue trattate per l’irrigazione non ha effetti positivi sulla propensione d’acquisto: i bevitori preferiscono non sapere
Salute e sostenibilità sono fattori che sempre più sostengono la scelta d’acquisto da parte dei consumatori, che si tratti o meno di prodotti alimentari. Per le aziende dunque, l’impatto dei processi produttivi è d’interesse non solo in ottica di rispetto del pianeta, ma anche in prospettiva di vendita. Negli Stati Uniti, secondo i dati dell’Department of Agriculture (USDA), il settore agricolo è responsabile del consumo dell’80% di tutta l’acqua potabile disponibile e diverse regioni agricole, come la California, soffrono di carenza idrica e siccità. Diversamente da quanto succede in altri paesi (dal 2019 in Israele l’85% dell’acqua utilizzata in agricoltura è di riuso) si ricorre tuttavia solo limitatamente allo sfruttamento delle acque di riuso per l’irrigazione, e a ciò contribuiscono le preoccupazioni di una possibile risposta negativa da parte del consumatore finale.
A questo proposito, un team di ricercatori del College of Agriculture and Natural Resources,
afferente alla statunitense University of Delaware, ha analizzato la risposta dei consumatori di vino circa l’uso di acque reflue per l’irrigazione dei vigneti; i risultati della ricerca che andremo ad illustrare sommariamente sono stati pubblicati sulla rivista Ecological Economics (qui l’abstract). Scopo del sondaggio, che ha coinvolto 300 bevitori di vino, indagare la diversa disponibilità ad acquistare vino da vigneti irrigati in modo convenzionale ovvero da vigneti in cui è stata utilizzata acqua reflua trattata.
I partecipanti, cui è stata proposta una selezione di vini francesi e californiani, sono stati suddivisi in quattro gruppi: al primo gruppo sono state fornite solamente informazioni circa la regione di produzione, al secondo gruppo sono state date anche notizie in merito al tipo di acqua utilizzata per l’irrigazione, senza però fornire nessuna informazione circa i potenziali benefici sull’ambiente dell’uso di acqua riciclate, chiarimenti che sono invece stati dati al terzo gruppo; un ultimo gruppo ha ricevuto informazioni più precise sui possibili effetti positivi dell’uso di acqua di riciclo nella viticoltura californiana.
Il sondaggio ha portato a un risultato definito inaspettato dai ricercatori, suggerendo che i consumatori preferiscono non conoscere le caratteristiche dell’acqua utilizzata per l’irrigazione! Più precisamente, si è riscontrato che vi è una propensione a pagare di più il vino prodotto con irrigazione convenzionale, ma allo stesso tempo anche per quei vini di cui non conoscevano nulla in merito all’uso o meno di acqua riciclata.
Se dunque l’uso di acque reflue ha un impatto positivo sull’ambiente, sembra che non lo abbia – almeno per ora – sulla propensione all’acquisto da parte dei consumatori, che probabilmente non sono ancora pronti a leggere quest’informazione in etichetta.
FEB
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