Alla vigilia delle tradizionali Anteprime toscane di febbraio sorge spontaneo chiedersi se a fronte di queste singole manifestazioni locali la chiave per meglio promuovere le eccellenze enologiche regionali non potrebbe essere quella di affidarsi a un’unica grande manifestazione in cui veicolare il brand “Toscana”. Un brand sicuramente più conosciuto dai tanti operatori esteri, soprattutto per quanto riguarda nuovi Paesi consumatori, dall’Asia alla Russia; un evento che per la sua globalità, potrebbe anche contare su finanziamenti regionali.
Alla vigilia delle tradizionali Anteprime toscane di febbraio – Chianti Classico, Vernaccia, Nobile e Brunello, a cui peraltro quest’anno si aggiunge anche il debutto del Consorzio Chianti con il Chianti 2011 – sorge spontaneo chiedersi se a fronte di queste singole manifestazioni locali – si pensi poi che in altri periodi dell’anno si aggiunge anche Costa Toscana, Bolgheri e Chianti Rufina, per un totale di ben otto eventi distinti – la chiave per meglio promuovere le eccellenze enologiche regionali non potrebbe essere quella di affidarsi a un’unica grande manifestazione in cui veicolare il brand “Toscana”. Un brand sicuramente più conosciuto dai tanti operatori esteri, soprattutto per quanto riguarda nuovi Paesi consumatori, dall’Asia alla Russia; un evento che per la sua globalità, potrebbe anche contare su finanziamenti regionali.
E’ nata così una inchiesta che ha coinvolto i diversi Consorzi interessati e anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianni Salvadori, e che ha messo in luce i diversi pareri. Da una parte i favorevoli a una grande manifestazione congiunta che sostituisca in toto la settimana delle anteprime, dove sarebbe importante anche giocare sul binomio vino-arte e paesaggio, quindi vino e turismo; dall’altra chi invece pensa che una vetrina del genere non dovrebbe necessariamente scardinare la logica delle anteprime. Insomma l’obiettivo sarebbe quello di lavorare su due fronti.
E la Regione? La Regione in questo senso potrebbe giocare un ruolo fondamentale, sia perché il brand Toscana attrae molto, sia perché esiste la necessità di occupare spazi anche in sinergia con altri settori economici, come quelli della gastronomia, del turismo e dell’artigianato. Per il momento però bisogna aspettare che i tempi siano maturi, e che tutti siano convinti dell’opportunità della nascita di una grande vetrina toscana che permetta l’apertura di una strada più grande che vedrebbe naturalmente anche un impegno finanziario da parte della Regione. Il messaggio tuttavia è partito forte e chiaro…
Sul Corriere Vinicolo n° 5 del 6 febbraio troverete l’intera inchiesta afirma di Patrizia Cantini e una breve sintesi di tutte le novità delle Anteprime di febbraio
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