Nel Paese della Pampa nei primi otto mesi del 2012 vi è stata un lieve crescita in valore delle esportazioni dell’imbottigliato, un + 1,3% che tuttavia non compensa la perdita in volume del 7,1%
Nei primi otto mesi del 2012 le spedizioni all’estero di imbottigliato argentino sono calate di 1.051.386 casse. Il prezzo medio della cassa da nove litri è stato attestato a 35,74 dollari americani così che al forte calo in volume si contrappone una lieve crescita in valore, crescita che tuttavia si ferma all’1,3%.
I dati sono particolarmente rilevanti se si considera che tra le 5 principali destinazioni di vino argentino in bottiglia, Usa Canada Brasile Uk Paesi Bassi, che insieme rappresentano il 67% dell’export, solo il Canada ha fatto registrare un aumento in volume e valore mentre le altre quattro sono calate in entrambe le classi.
Gli Stati uniti sono calati del 11,8% in volume e del 1,7% nel fatturato; il Canada, come dicevamo unico virtuoso, è cresciuto in fatturato di 3,154 milioni di dollari e in volume di 24.056 casse; il Brasile fa peggio di tutti e perde in volume il 15,6% e in valore il 15,5 % (l’import brasiliano di imbottigliato è tuttavia cresciuto negli ultimi mesi ma a vantaggio del Cile e non dell’Argentina, ne abbiamo parlato qui); cedono in valore e volume anche Regno Unito e Paesi Bassi.
Messico e Cina si distinguono invece per la loro performance positiva in valore, lo stato dell’America centrale è cresciuto del 19,6% mentre il paese della Muraglia addirittura del 26,6%.
FEB
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