L’assemblea dei soci ha deciso anche di cambiare nome all’ente, che diventa così Friuli Colli Orientali e Ramandolo
Cresce la rappresentatività del Consorzio dei Colli Orientali del Friuli e cambia il nome rafforzando il legame con il territorio rappresentato. L’assemblea straordinaria dei soci, riunita presso la sede consortile di Cividale del Friuli, ha infatti deciso di uniformare il nome del Consorzio con quella della Doc, modificando la denominazione dello stesso in Friuli Colli Orientali e Ramandolo, che tutelerà anche altre tre denominazioni tutte a Docg, rispettivamente Ramandolo, Rosazzo e Colli Orientali del Friuli Picolit.
Inoltre, visto che per tutte le denominazioni di competenza, Colli Orientali del Friuli Doc, Ramandolo Docg, Picolit Docg e Rosazzo Docg, la rappresentatività consortile è abbondantemente al di sopra di quanto stabilito dal legislatore attraverso il d.l. 61/2010 e il d.m. 16 dicembre 2010, davanti al notaio Francesco Petroni l’assemblea ha deciso di modificare lo statuto e richiedere al Mipaaf l’incarico “erga omnes”. Questo consentirà di coinvolgere nell’attività consortile, pure economicamente, tutti i soggetti della filiera anche attualmente e formalmente non aderenti al Consorzio. L’attività consortile in questo modo coinvolgerà circa 300 aziende e imprese enologiche attive nel territorio di competenza.
Al termine dell’iter burocratico (di circa 30-50 giorni) il Consorzio, primo in provincia di Udine, potrà definire l’attuazione delle politiche di governo dell’offerta; organizzare e coordinare le attività delle categorie interessate alla produzione e alla commercializzazione della Doc; agire, in tutte le sedi giudiziarie e amministrative, per la tutela e la salvaguardia della Doc e per la tutela degli interessi e diritti dei produttori; svolgere azioni di vigilanza, tutela e salvaguardia della denominazione da espletare prevalentemente alla fase del commercio. I costi derivanti dalle attività saranno a carico di tutti i soggetti inseriti nel sistema di controllo (soci o non soci), secondo criteri che saranno stabiliti con regolamento ministeriale. Il Consorzio potrà altresì chiedere ai nuovi soggetti utilizzatori della denominazione un contributo di avviamento.
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