La conferma è venuta dal grande interesse per il seminario di approfondimento tenuto dal Consorzio del Soave a New York, durante Vinitaly international. In generale cresce negli Usa - previsto +24% nel 2012 - il trend positivo del vino bianco fermo veneto a Do, di cui il Soave rappresenta il 75%
Il Vulcano si conferma una chiave di lettura vincente per comunicare i valori e la qualità del vino bianco italiano, con il Soave in testa, capofila del progetto Vulcania, il forum internazionale dei vini bianchi da suolo vulcanico. Lo attesta il grande successo di pubblico al primo seminario, curato dal Consorzio, che si è tenuto lo scorso 29 gennaio al Three Sixty di Manhattan (New York) , nell’ambito di Vinitaly International.
Nel corso del seminario operatori di settore, buyer e stampa specializzata hanno assisto alla proiezione di un docu-film dedicato alle zone viticole di origine vulcanica in Italia, illustrato da Attilio Scienza, professore di viticoltura all’Università di Milano, a cui è seguito un approfondimento tecnico coordinato da Giovanni Ponchia, enologo del Consorzio del Soave, nell’ambito del quale è stata presenta in anteprima la mappa dei suoli vulcanici italiani.
Vino, vitigno e suolo restano i tre concetti chiave per illustrare e approfondire la qualità ed il valore delle produzioni enologiche. “A New York – ha sottolineato Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio – è stato molto apprezzato il taglio innovativo del seminario. Si sono prima di tutto comunicate la qualità e l’unicità dei vini bianchi da suolo vulcanico. E’ stata una presentazione trasversale grazie al format di Vulcania, durante il quale Garganega, Falanghina, Carricante, Durello, hanno avuto un ruolo paritetico. Un’operazione che ha giocato a favore di tutti i protagonisti coinvolti, sotto la bandiera del made in Italy”.
Il successo dell’incontro si colloca sulla scia di un diffuso interesse da parte dei consumatori americani nei confronti del vino bianco italiano, e veneto in particolare. Cresce infatti dal 2008 la percentuale di vino bianco fermo veneto a denominazione che viene esportato negli Usa. Già nel 2010, fonte Istat, l’export riferito a questa categoria cresce del 16% rispetto al biennio precedente per un controvalore di oltre 7 milioni di euro, una percentuale che continua a crescere anche nel 2011 fino a raggiungere un controvalore di quasi 20 milioni. Il segno più prosegue anche per il 2012 che secondo una proiezione su base annua fa registrare un ulteriore +24% rispetto al 2011 a fronte di un giro d’affari stimato in oltre 24 milioni di euro. Questo trend riguarda anche il Soave che corrisponde al 75% dei vini bianchi fermi a denominazione prodotti in Veneto.
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